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Fiera del Fagiolo Borlotto 2023 a Gambolò

  • Paola Montonati

gambolo fiera fagiolo 2023Domenica 16 luglio è il momento della sagra del fagiolo borlotto di Gambolò, tipico appuntamento dell'estate lomellina.

In piazza Cavour ci saranno mercatini di hobbistica e antiquariato, stand eno-gastronomici dei produttori locali e moltissimo altro, a  mezzogiorno ridotata e la possibilità anche di asporto, il tutto ideato la Pro Loco con il patrocinio del Comune.

Protagonista della manifestazione è il fagiolo borlotto, il legume che da carne dei poveri, si è trasformato in un autentico vanto culinario del territorio Lomellino ed è un prodotto che rientra nel marchio Paniere pavese”

L’antica varietà del legume coltivato a Gambolò, lavorato esclusivamente a mano, si distingue per la polpa farinosa, dal gusto dolciastro e privo di retrogusto amarognolo, con un baccello rosso con screziature color crema contenente semi di media dimensione di color rosso arancio, con sfumature rubino.

Per rimediare al declino produttivo degli ultimi decenni è stato attivato un progetto che ha permesso una valorizzazione della coltivazione, con la riproduzione del seme in purezza.

Nel 2006 è arrivato un primo importante riconoscimento, infatti  il fagiolo borlotto di Gambolò è, un prodotto tradizionale lombardo, coltivato nel rispetto di severi disciplinari di produzione.

La storia di Gambolò 

I primi insediamenti umani nel territorio di Gambolò risalgono al Mesolitico recente, mentre nell'età del Bronzo si sviluppò in queste zone un villaggio vero e proprio.

La dominazione romana, dalla fine del I secolo a.C., portò un significativo apporto in termini di conoscenze tecniche e culturali grazie ai coloni, ai commercianti e agli artigiani latini.

In un documento del 999 compare per la prima volta il nome del paese, dove si dice che un certo Ademarus de Gambolate deve risarcire il vescovo di Vercelli Leone dei danni arrecatigli, mentre il castello del paese viene citato per la prima volta solo nel 1099, quando accoglie al sicuro gli abitanti del villaggio e della campagna circostante.

E’ una bolla papale di Innocenzo II nel 1133 che conferma l'appartenenza del territorio alla diocesi di Novara e il paese viene chiamato Campus Latus.

Nel Medioevo il territorio venne caratterizzato dalla presenza di due diverse diocesi,  quella di Novara da cui dipendeva la pieve di San Pietro di Masovico e quella di Pavia da cui trovò invece la propria dipendenza nella pieve di Sant'Eusebio.

In questi secoli il paese gravitò nell'orbita di Pavia,sempre  in guerra con Milano e nel corso degli anni Gambolò venne ripetutamente assediata e danneggiata.

Alla fine Milano prevalse e fu sancito il predominio della signoria dei Visconti.

Fra basso Medioevo e Rinascimento la zona divenne  oggetto di bonifiche e canalizzazioni che valorizzano la campagna e , con l'avvento degli Sforza e la perdita del ducato a favore dei francesi passò, nel 1499, nelle mani di Gian Giacomo Trivulzio, maresciallo di Luigi XII, marchese di Vigevano.

Dopo alterne vicende militari e politiche Gambolò, con il Ducato di Milano, finì nelle mani della corona spagnola e nel 1573 i nobili Litta Visconti Arese acquistarono dagli spagnoli il feudo di Gambolò.

Un documento del 1639 dice che le terre di Gambolò, Gravellona, Cilavegna, Cassolnovo, Villanova, Nicorvo, Robbio, Confienza e Palestro cessavano di far parte del territorio Novarese o Pavese entrando in quello Vigevanasco, appartenente al contado di Vigevano.

Nel 1849 nel corso della prima guerra di indipendenza,  il territorio di Gambolò fu al centro della storica Battaglia della Sforzesca e nel 1859 la città entrò a far parte della provincia di Pavia.

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