Festa in Collina 2023 a Corvino San Quirico
Da sabato 5 a martedì 8 agosto la Pro Loco di Corvino San Quirico, nell’Oltrepò Pavese, organizza la grande Festa in Collina, che da 40 anni prevede serate gastronomiche e danzanti, con orchestre dal vivo.
L'appuntamento è in via Rivetta 32 a Corvino San Quirico dove il ristorante della Festa in Collina 2023 è aperto ogni sera dalle 20, poi si andrà tutti in pista a ballare con tante orchestre diverse.
Sabato 5 agosto ci sarà Marianna Lanteri, domenica 6 agosto Galassi e Omar, lunedì 7 agosto Marco e il Clan e martedì 8 agosto Gianmarco Bagutti.
L'arte di Corvino San Quirico
Corvino San Quirico è citata per la prima volta in un documento della prima metà del X secolo, col cui fu donata dall'imperatore Ottone I al monastero di San Salvatore di Pavia.
La sua storia, come quella dei territori circostanti, è stata caratterizzata dal susseguirsi di più signori alla guida del feudo che, dopo essere stato conquistato dai Visconti nella prima metà del XIV secolo e successivamente dal condottiero al seguito di Galeazzo Visconti, Facino Cane , divenne dominio dei Beccaria, ai quali subentrarono i Lancillotto.
Sul finire del XV secolo passò alla famiglia Arcimboldi, dopo la separazione dal feudo di Casteggio, del quale aveva fatto parte e, acquistato in seguito dalla Camera Ducale, nel 1504 divenne proprietà di Gian Domenico Mezzarba e poi del viennese Emanuele Kuvenhüller, passando al re di Sardegna nel 1753.
Tra i monumenti da vedere ci sono la chiesa parrocchiale, già esistente agli inizi del 1500 e dedicata a San Quirico, e il santuario della Madonna del Caravaggio a Fumo, dalla storia molto particolare.
A Corvino verso la fine dell’Ottocento viveva la famiglia Perduca e Don Perduca, noto a tutti come il Canonico, nacque nel maggio 1875.
Entrato in seminario il giovane sacerdote ebbe come compagno di studi Don Luigi Orione, poi fu ordinato sacerdote nel 1898 e per sessantadue anni si dedicò al servizio della diocesi e della Congregazione fondata dal suo caro amico del seminario.
Don Perduca iniziò la sua attività sacerdotale nel Duomo di Voghera, giovanissimo divenne il padre spirituale nel seminario di Stazzano, fu poi il reggente di varie parrocchie, come delegato vescovile, infine nel 1922 entrò a far parte della famiglia orionina.
Intanto la mamma del sacerdote, Ermelinda Tacconi. scendendo a Fumo per lavorare nel suo terreno, vedeva il numero dei residenti crescere, ma non c'era una chiesa.
Nella sua fede semplice l’anziana donna vedeva, dove c’era il suo campo, una cappella dedicata alla Madonna di Caravaggio di cui lei, il marito Luigi e i figli erano particolarmente devoti.
Don Perduca prese la decisione di seguire il desiderio della madre e Don Orione sostenne l’iniziativa.
Il Canonico, dato i pochi risparmi della madre, si mosse con prudenza, pensando a una modesta cappella, ma Don Orione lo esortò a fare molto di più, perché cosi voleva la Madonna.
Il terreno della famiglia Perduca si trovava oltre la strada ferrata Alessandria - Piacenza e per avere un posto migliore fu unito a una proprietà della famiglia Quaglini, vicino alla strada principale.
Con il benestare del vescovo di Tortona e delle famiglie di Fumo, iniziarono cosi i lavori per la nuova chiesa, mentre, informato della decisione, Don Orione entusiasta scrisse dall’America a Don Sterpi, poi dopo essere tornato, si recò di persona sul luogo dove sarebbe sorta la chiesa.
Don Orione seguì sempre la costruzione del Santuario e ne scelse personalmente il progetto architettonico, ispirato alla Basilica di San Vincenzo in Prato.
Il Santuario fu inaugurato da Don Orione e benedetto dal vescovo Melchiori il 26 maggio 1939.
La struttura architettonica del complesso richiama quella di San Vincenzo in Prato di Milano ed è suggestiva la piccola cripta policroma, dove si venera il miracoloso dipinto della Madonna di Caravaggio con la pastorella Giovannetta.