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Davide Ferrari e Federigo Tozzi

  • Paola Montonati

davide tozzi 2Federigo Tozzi, scrittore italiano dei primi del Novecento a lungo rimasto sconosciuto, fu rivalutato solo molti anni dopo e oggi è considerato uno dei più importanti narratori italiani del secolo, come Pirandello e Svevo, oltre ad essere l’oggetto di un'attenzione critica sempre crescente.

In occasione del centenario della pubblicazione della raccolta di novelle Bestie, a Pavia verrà proposto un evento che non solo ricorderà la pubblicazione di un libro importante, ma metterà a confronto una serie di autori contemporanei che hanno esplorato il tema dell’animalità che in qualche modo è legato a quello degli esseri umani.

Alle 18,45 del 6, 13, 20 e 27 ottobre, quattro poeti leggeranno le loro poesie allo studio di Synodeia – L’arte del contatto in Via San Zeno 2 a Pavia.

Dopo gli incontri con Andrea De Alberti e Paola Turroni, il terzo appuntamento è con Davide Ferrari, attore, regista, autore, che ha edito La cenere dei bordi (Subway Edizioni, 2013); il poemetto Eppure c’è una meta per quel fiato di universo (Subway Edizioni 2014) vincitore per l’Italia del concorso internazionale Pop Science Poetry organizzato dal CERN di Ginevra e tradotto in quattro lingue e la silloge Dei pensieri la condensa (Manni 2015) scritta in dialetto pavese, con prefazione di Franco Loi, vincitrice del premio nazionale Giuseppe Tirinnanzi 2016, secondo classificato al premio Antonio Fogazzaro 2016.

Venerdì 20 ottobre alle 18.45 Davide leggerà alcune delle pagine più belle di Bestie accompagnato da Giacomo De Barbieri alla fisarmonica.

Durante la serata sarà possibile visitare la mostra d’incisioni, xilografie e libri d’arte di Luciano Ragozzino.

Ingresso gratuito con aperitivo.

Ho avuto il piacere di rivolgere alcune domande a Davide Ferrari, che racconta questa sua nuova avventura.

 Che cos’è per te Bestie di Tozzi?

Bestie è stato un amore a prima vista. È un libro talmente particolare – non è un libro di racconti, ma non è neanche poesia – e profondo che ti porta a leggerlo e rileggerlo. Mi piace tutto: lo stile, la lingua, la costruzione, le immagini straordinarie che mostra al lettore, la finezza dello sguardo. E soprattutto m’interessa tantissimo l’indagine di Tozzi che in questo libro trasfigura in parole l’inconscio dell’essere umano.

 Quando hai letto per la prima volta questo testo?

Ho letto per la prima volta Bestie all’Università. Ho studiato le pagine critiche su Tozzi e lavorato molto anche su questo libro. Mi ha davvero aperto gli occhi su uno scrittore molto studiato a livello accademico e, purtroppo, poco conosciuto dal pubblico. Anche per la miopia di molti editori che non hanno nemmeno ristampato Bestie nell’anno del centenario (sempre che se ne siano accorti). Tuttora risulta un libro pressoché introvabile. Per fortuna ci ha pensato Marco Porcu della Libreria CLU di Pavia che in occasione di questa rassegna l’ha ristampato in 50 copie numerate. E lo ringrazio molto per questo, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di parlare al pubblico di un libro che non avrebbe potuto leggere.   

davide tozzi 1Com’è nata l’idea di una rassegna su questa raccolta di racconti?

Come ho già detto è stata un’idea nata dall’amore per il libro. Poi, il centenario è stata l’occasione per poter parlare ancora di questo testo, per portarlo alle orecchie del pubblico. Un’occasione per divulgare e condividere la cultura insomma.

E’ stata tua la scelta dei partecipanti all’evento? E se sì, con quale criterio?

Ho scelto i partecipanti all’evento in base alla stima che nutro nei loro confronti come autori e come persone. Ho deciso di chiamare tre poeti che ho letto e leggo con gioia e interesse: Andrea De Alberti, Paola Turroni e Laura Accerboni hanno letto le loro poesie che hanno in comune con Bestie il fatto che anche loro, come Tozzi, hanno indagato il tema dell’animalità. Li ringrazio di cuore perché hanno accettato con entusiasmo la proposta insieme a Luciano Ragozzino, un maestro dell’incisione ed editore di libri d’arte, che con generosità ha messo a disposizione le sue opere originali per organizzare una mostra visibile durante tutti gli incontri con gli autori. 

 Cosa può dire Tozzi al mondo di oggi?

Tozzi, specialmente nel caso di Bestie, ha moltissimo da dire anche dopo cento anni dalla prima pubblicazione. La scrittura di questo libro è enigmatica, sfugge a ogni classificazione e resiste a ogni accostamento. E forse è proprio per questo che ci parla ancora in modo così diretto: perché ha a che fare con il mistero, con la vita dell’essere umano. È in quell’assenza di senso che Tozzi riesce a dare misura all’animale e forse anche all’essere umano: lui guarda gli animali non per scovarne e spiegarne il segreto, li guarda riconoscendo quel segreto; preservandolo. In questo modo mostra la profondità della natura umana che accomuna gli uomini alle bestie e alle cose lasciando tutto così com’è, lontano da giudizi e implicazioni interpretative.

Inoltre, credo che la brevità dei testi sia al passo con l’epoca contemporanea: leggiamo con sempre meno attenzione, influenzati da internet e dai social network; la nostra percezione e il nostro cervello cambiano insieme alle tecnologie che usiamo ogni giorno. Le prose liriche di Bestie in molti casi richiedo pochi minuti di lettura, anche meno, ma, leggendone anche un solo frammento, facciamo esperienza del libro. Non è necessario leggerlo tutto. Questo fatto accomuna questi testi alle poesie. Senza contare che le prose più brevi possono essere condivise con un post di Facebbok o addirittura con un Tweet.  

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