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Amico carissimo: il carteggio epistolare tra Verdi e Fraschini

  • Paola Montonati

verdi fraschini 1Continuano le iniziative della rassegna 1816#GAETANOFRASCHINI#2016, con il primo degli appuntamenti di conversazioni e musica all'ora dell'aperitivo, previsto per martedì 18 ottobre alle 18, presso il ridotto del Teatro Fraschini di Pavia , con la conversazione Amico carissimo: il carteggio epistolare tra Verdi e Fraschini.

A cura del musicologo Dario De Cicco, autore del libro omonimo, nella conversazione sarà raccontato il lungo rapporto fra Giuseppe Verdi e il tenore Gaetano Fraschini, tramite numerose lettere conservate a Villa Verdi a Sant'Agata, dove affiorano vivide le testimonianze dirette dei protagonisti che affidarono alla corrispondenza riflessioni artistiche e problemi professionali, piccole e grandi questioni famigliari ed episodi della quotidianità.

Emerge così una forte e duratura amicizia personale, come dice lo stesso Verdi in una lettera a Fraschini “Godo assai assai del successo di Fraschini come se fosse cosa mia e più che se fosse cosa mia perché io amo e stimo molto Fraschini”.

Zamoro, Corrado, Arrigo, Stiffelio e Riccardo, tutti personaggi di Verdi, hanno visto il loro debutto con la voce del tenore pavese Gaetano Fraschini, che dopo aver studiato con passione e dedizione il canto, nel 1837 fu il musico di cappella nel Duomo di Pavia, destando grande impressione.

L'ambizioso ventenne venne invitato dagli studenti del Collegio Ghislieri a prendere parte ad alcune esecuzioni musicali e in poco tempo fu notato dal Teatro del Nobile Condominio di Pavia e fece il suo debutto in Anna Bolena di Gaetano Donizetti.

Dopo aver preso parte ai moti risorgimentali nella città natale, Fraschini conquistò piazze come Lodi, Piacenza, Vicenza, Torino e Bergamo, poi nel 1840 debuttò alla Scala di Milano con il Marin Faliero di Donizetti, oltre ad essere il tenore di punta nelle opere verdiane.

La prima esperienza con Verdi di Fraschini fu nel 1845, con il debutto di Alzira al San Carlo di Napoli, dove strappò i pochi applausi della serata insieme agli altri interpreti principali, in particolare grazie alle sue cavatine.

Il nome del tenore è legato anche a un altro fiasco verdiano, quello di Il Corsaro, messo in scena per la prima volta il 25 ottobre 1848 al Teatro Grande di Trieste, mentre molto più convincenti e fortunate furono le serate del 17 marzo 1846 con Attila alla Fenice di Venezia, quella del 27 gennaio 1849 all'Argentina di Roma con La battaglia di Legnano e quella del 17 febbraio 1859 all'Apollo di Roma con Un ballo in maschera.

Il timbro di Fraschini venne dichiarato unanimemente chiaro e robusto, con un’estensione straordinaria e sorprendente, che lo portò a sperimentare cimentandosi costantemente con generi e compositori nuove, grazie anche allo stile di fraseggio possente, la declamazione incisiva e l'estensione vigorosa.

La conversazione verrà accompagnata da un intrattenimento musicale a cura degli allievi dell'Istituto Vittadini e poi si proseguiranno le chiacchiere musicali con un aperitivo offerto agli intervenuti.

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