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A tutto Museo. Va in scena l'Ottocento

  • Paola Montonati

a tutto museoottocento 1Sarà un lungo viaggio nella Quadreria dell'Ottocento, quello previsto dal nuovo appuntamento con A Tutto Museo domenica 14 ottobre alle 11 presso i Musei Civici di Pavia, nel contesto delle visite guidate ideate dall'associazione Decumano Est per approfondire la conoscenza con le singole sezioni dei Musei Civici del Castello Visconteo.

Dalla sezione archeologica, a quella romanica e rinascimentale, passando dalla Pinacoteca Malaspina e dalla Gipsoteca, gli appuntamenti di A Tutto Museo adesso arrivano nella Quadreria dell'Ottocento, tra i generi e le maniere artistiche diffusi nel XIX secolo attraverso una serie di capolavori di rilevanza nazionale, accanto a pregevoli prodotti della scuola artistica locale, spesso legata alla Civica Scuola di Pittura, l’Accademia d’arte attiva a Pavia dal 1842 al 1934. 

Un nucleo cospicuo di queste opere fa parte del periodo neoclassico con dipinti di Andrea Appiani, Gaspare Landi e Felice Giani, ma c’è anche la scuola romantica, che annovera l’Accusa segreta di Francesco Hayez e la delicata Arianna abbandonata di Giovanni Carnovali detto il Piccio.

Di Giacomo Trécourt, che fu per quarant’anni direttore della Civica Scuola di Pittura, ci sono l’Autoritratto in costume orientale e l’intenso Lord Byron, testimonianze del gusto orientalista.

Tra gli artisti più noti che frequentarono la famosa scuola pittorica sono da vedere Federico Faruffini (Cola di Rienzi), Tranquillo Cremona con il Ritratto di Nicola Massa e Giorgio Kienerk (Il ritratto di Irma Gramatica).

Da segnalare anche la terracotta patinata di Medardo Rosso raffigurante il Ritratto di Pacifico Buzio, eseguita dall’artista tra il 1879 e il 1882, quando si trovava a Pavia per il servizio di leva e frequentava i pittori locali. 

Alla Quadreria dell’Ottocento si è recentemente unita la Donazione Morone, sezione derivata dall’eccezionale lascito dei coniugi Morone, collezionisti pavesi che hanno donato al museo 66 dipinti che vanno dalla pittura scapigliata di Conconi, Ranzoni e Cremona, all’influsso dell’arte francese di Zandomeneghi, Boldini e De Nittis, fino alle sperimentazioni della pennellata divisa di Pellizza da Volpedo, Grubicy de Dragon, Carlo Fornara.

Di particolare rilievo sono il nucleo di tele di Zandomeneghi, la Falconiera di Giovanni Segantini e la Signora con binocolo di Giuseppe De Nittis.

Conclude il percorso espositivo la Sezione di Scultura Moderna e Gipsoteca organizzata come un deposito consultabile e comprendente originali in gesso, terracotta, bronzo e marmo, di artisti pavesi e con le terrecotte di Cesare Ferreri si possono apprezzare le opere di Giovanni Spertini, scultore attivo nel cantiere del Duomo milanese, Romolo Del Bo e Leonardo Bistolfi con il Bozzetto per il monumento ai fratelli Cairoli. 

Questa sezione museale nel 2017 è stata ampliata con il trasferimento al secondo piano del Castello, oltre all'esposizione di molte opere provenienti dai depositi e dunque non note al pubblico.

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