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Robbio, tra il fiume e la campagna

  • Paola Montonati

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Tra il fiume Sesia e il torrente Agogna, si trova il piccolo centro di Robbio, uno dei più antichi e suggestivi della Lomellina.

La sua storia parte dall’epoca degli antichi Romani, quando venne stanziata in quelle terre, allora dominate dai Celti, la piccola colonia di Raudo, che con il passar dei secoli divenne un vero e proprio villaggio.

Nel IX secolo d. C il piccolo borgo fu annesso al territorio del Vescovo di Vercelli, che ne fece una delle sue signorie.

Da allora, Robbio fu contesa a lungo tra gli abitanti di Pavia e Vercelli, che spesso giunsero a usare le armi per far valere i propri diritti sul centro abitato.

Finalmente, nel 1245 fu il vescovo di Vercelli Martino Avogadro a conquistare Robbio, dopo un lungo assedio che durò mesi.

Con l’arrivo dei Savoia nella provincia di Vercelli, la storia di Robbio prima diventa quella del Regno di Sardegna dal Trecento fino alla fine della seconda guerra d’indipendenza, poi è assimilata nel gran numero di storie piccole e grandi del Regno d’Italia e dopo la seconda guerra mondiale dell’Italia contemporanea.

Il cuore di Robbio è da sempre il gran numero di testimonianze legate al Medioevo, quando la presenza del Vescovo di Vercelli era particolarmente forte negli usi e costumi locali.

La prima, di un certo rilievo, è la chiesa di San Valeriano, che era gestita da un piccolo gruppo di monaci di Cluny, che presenta una facciata di mattoni in laterizio e accanto i resti di un monastero, demolito nel XII secolo.

Subito dopo si trova la chiesa di San Pietro, costruita nel XII secolo, con al suo interno una serie di affreschi del XVI secolo del pittore Tommasino da Mortara, mentre nel centro storico è presente la chiesa di San Michele, affrescata con dipinti del Settecento e con una cappella consacrata a San Giuseppe.

Al centro del piccolo borgo si trova il medievale Castello dell’Arca, oggi di proprietà privata, mentre accanto sono poste la chiesa parrocchiale di Santo Stefano, della fine del Settecento, e una chiesetta del Cinquecento consacrata a San Rocco, patrono della Lomellina. 

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