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La storia di Pavia nelle foto dell’Archivio Chiolini

  • Paola Montonati

chiolini musei 1Cos’ è una fotografia? Un’immagine, un ricordo, un’emozione, un frammento di storia.

Il nuovo obiettivo del Comune di Pavia, tra le antiche sale del Castello Visconteo, nei Musei Civici, è l’ampliamento della Fototeca di Pavia, dove, al secondo piano foto, diapositive e ricordi raccontano la storia della città dalla seconda metà del XIX secolo, con fotografi come Giuseppe Raimondi, Mario Tollini, i Fratelli Nazzari, fino a Guglielmo Chiolini, il simbolo della Pavia del dopoguerra. 

L'archivio fotografico di Guglielmo Chiolini fu acquisito nel 2009 dal Comune di Pavia, con il contributo della Fondazione Cariplo e dell'Unione Industriali della Provincia di Pavia, ed è composto da 880.000 immagini fotografiche tra positivi, negativi e diapositive, eseguite dal fotografo professionista a partire dalla metà degli anni Venti fino agli anni Ottanta, in 452 buste contenenti più di 5400 fotografie.

Nel fondo gran parte delle buste contiene serie complete di fotografie e, quando indicato, il numero di riferimento ai negativi con il numero di rullino, oggi conservati nell'archivio dell'azienda fotografica.

Guglielmo Chiolini,  nato a Pavia il 10 luglio 1900, fin da ragazzo fu un appassionato fotografo, che passeggiava per la sua città alla ricerca degli angoli più suggestivi da ritrarre.

Dal 1926, quando apri uno studio con Turconi, Chiolini divenne il fotografo ufficiale di Pavia e avvenimenti e manifestazioni ufficiali cittadine vennero documentate dal suo obiettivo, con veri e propri reportage su fatti e personaggi degli anni tra le due guerre.

Il suo studio si dedicò anche alla fotografia industriale, ponendosi al servizio delle grandi aziende dell'imprenditoria pavese e, prima di tutto, della leggendaria Necchi, con lavori di documentazione, tra cataloghi, vedute panoramiche e degli interni degli stabilimenti, riproduzioni di macchinari, che oggi sono un patrimonio di straordinaria importanza per la storia dell'industria pavese.

Nel fondo ci sono tante serie fotografiche legate agli aspetti sociali, economici, culturali e ricreativi di Pavia in particolare e della provincia in generale, dagli inizi del regime fascista, alla guerra, alla repubblica di Salò e alla liberazione.

Sono documentate visite dei gerarchi fascisti e in particolare di Mussolini a Pavia, quelle dei reali di Savoia, secondo l’attività dell’Opera Nazionale Balilla, il lavoro nelle fabbriche, le scuole e l'università, la vita religiosa e le feste di paese.

Ma ci sono anche le serie sul periodo dei venti mesi di Salò, tra l'occupazione tedesca, i funerali, le manifestazioni di fratellanza italo-germanica e le celebrazioni, gli effetti devastanti dei bombardamenti sulla città.

Infine si arriva alle serie sulla liberazione di Pavia, con l’entrata dei partigiani e degli alleati, le manifestazioni popolari, la ripresa democratica con cortei e discorsi.

Fanno parte di quest’immenso archivio anche tante fotografie raffiguranti fabbriche e edifici pubblici e privati del capoluogo o della provincia.

Guglielmo Chiolini morì nella sua Pavia il 7 luglio 1991.

La Fototeca di Pavia e l’archivio Chiolini oggi sono visitati da studenti di Storia dell’arte e del Politecnico di Milano, che indagano la storia di Pavia e per arricchire le proprie tesi di laurea, mentre il lavoro d’indagine, catalogazione, e promozione del patrimonio continua senza sosta.

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