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Il sacro monte di Varallo

  • Paola Montonati

Un luogo ricco di arte e fede a pochi chilometri da Pavia

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Le origini del Sacro Monte, collocato sulla parete rocciosa al di sopra del paesino di Varallo, risalgono al 1481, quando il frate francescano Padre Bernardino Caimi ebbe l’idea di riprodurre per i pellegrini di passaggio i luoghi più significativi della Terra Santa.

Dopo aver ricevuto da Ludovico il Moro le autorizzazioni nonché una serie di donazioni, nel 1486 Padre Caimi iniziò i lavori per la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie, oltre a quella delle prime cappelle.
La morte di Padre Caimi non fermò i lavori, grazie anche alla notorietà del Sacro Monte come meta di pellegrinaggi approvati dal Ducato di Milano.
Dagli inizi del Cinquecento, il direttore dei lavori fu il pittore, scultore ed architetto Gaudenzio Ferrari, che vi lavorò sino al 1529 come progettista, oltre a essere l’autore di numerose statue e di affreschi per le scene sacre.
Negli anni 1565-68 il capo dei lavori fu l’'architetto Galeazzo Alessi, che concepì la disposizione delle cappelle che permetteva di seguire la vita e le opere di Gesù.
Verso la seconda metà del Cinquecento fu san Carlo Borromeo a interessarsi al Sacro Monte, in cui si recò per ben quattro volte e che oggi viene ricordato da un sacello collocato nel luogo dove si raccoglieva in preghiera.

Anche i regnanti di Casa Savoia, fin dai tempi di Carlo Emanuele I che vi si recò nel 1583, dimostrarono un legame particolare per il luogo sacro.
Dopo un notevole declino dei lavori verso la fine del XVI secolo, nel XVII secolo vi fu una notevole ripresa della costruzione del Monte, grazie anche all’aiuto del vescovo di Novara Carlo Bascapè, caro amico di san Carlo Borromeo.
Nel 1614 Bascapè inauguro l’edificazione della Basilica dell'Assunta, ideata da Bartolomeo Ravelli e Giovanni d'Enrico, che venne terminata solo nel 1713.
L’ottocento vide i lavori sulla facciata della basilica, nonché un serie di rifiniture e rielaborazione per le cappelle, oltre a una serie di impegni manutentivi fin dagli inizi del Novecento, e continuati fino al 2006 con la Cappella della Crocifissione.

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La struttura del Sacro Monte è divisa in due zone: mentre la prima è un sentiero che si dispiega tra gli alberi di un bosco, la seconda presenta il complesso come la riproduzione di una città della Palestina all’epoca di Gesù.

Oltrepassata la Porta Aurea passiamo davanti a una serie di palazzi con porticato, davanti alla Basilica e alla Piazza del Tempio, che è raggiungibile anche dalla Scala Santa, in cui possiamo ammirare una fontana settecentesca i cui zampilli simboleggiano le Piaghe del Signore.
Poco distante troviamo Piazza dei Tribunali o la piazza civile, che ospita le sedi delle corti di giustizia romane ed ebraiche.
Lungo il percorso che si snoda per i fianchi di una collina troviamo, in ben 45 cappelle, la vita e le opere di Gesù, dal Peccato Originale fino alla Ascensione in Cielo, edificate principalmente da Gaudenzio Ferrari e dai suoi collaboratori verso l’inizio del Cinquecento e in seguito completata verso gli inizi del Settecento dagli artisti diretti da Galeazzo Alessi.
Alla fine del percorso troviamo la Basilica, a navata unica, fiancheggiata da sei cappelle sulla Madonna, chiusa da uno scurolo con al suo interno la statua della Vergine Dormiente, considerata la patrona del Sacro Monte.

Paola Montonati

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