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Il sacro monte di Crea

  • Paola Montonati

 

crea sacro monte 1A poco più di un’ora di viaggio da Pavia, le colline del Monferrato ospitano il Sacro Monte di Crea, che offre oltre a preziosi tesori artistici, anche la possibilità di una bella passeggiata in mezzo al verde.

Il Sacro Monte di Crea è situato su una collina del Monferrato non molto lontano da Serralunga di Crea, nella provincia di Alessandria, all’interno di un vasto parco naturale, che forma una suggestiva sintesi tra paesaggio, arte e memoria storica.

La storia del Sacro Monte di Crea è legata a quella del convento e della chiesa di Santa Maria, che secondo la leggenda furono fondati da Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, che sali sulla collina verso il 350 d. C, dove avrebbe portato la statua lignea della Madonna col Bambino, ancor oggi venerata e vi avrebbe fatto edificare un primo oratorio.

Col tempo il Santuario di Crea divenne un luogo importante di culto al punto che, nel 1156 i Marchesi del Monferrato gli affidarono una reliquia della Santa Croce.

All’inizio del XIV secolo, i Paleologi, ormai nuovi Marchesi del Monferrato, misero Crea sotto la loro protezione per poi nel 1536  lasciare il complesso ai Gonzaga, che concepirono il progetto di costruzione delle cappelle del Sacro Monte.

Le prime cappelle edificate furono quelle della Natività e della Presentazione di Maria al tempio, ma nel 1598 erano già 10 le cappelle che facevano corona al Santuario.

Con la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone nel 1801, il Sacro Monte cadde nella  rovina e nell’abbandono e solo nel 1859 con la nascita della “Società di Restauro del Santuario di Crea” iniziarono i lavori di ripristino e restauro del complesso, oltre alla costruzione di nuove cappelle, come quella della Salita di Gesù al Calvario nel 1892- 95, con un gruppo di statue in gesso ideate dallo scultore casalese Leonardo Bistolfi.

crea sacro monte 2La chiesa-basilica di Santa Maria ospita numerose opere di grande interesse artistico e storico, come gli affreschi della Cappella di Santa Margherita, con la pala della Madonna in trono  e il martirio della Santa, oltre a una bella tavola di Macrino d’Alba e un dipinto di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, noto esponente di primo piano della pittura manierista piemontese barocca, raffigurante il Padre Eterno.

Ancora oggi vi sono numerose difficoltà attributive sugli autori delle statue di terracotta e degli affreschi che decorano le scene sacre sulle pareti delle cappelle del Monte, anche se sono verosimili gli interventi dei fratelli fiamminghi Tabacchetti e del Caccia nella imponente Cappella del Paradiso, culmine del percorso devozionale del Santuario.

Il complesso delle sculture in terracotta e gesso che decorano la cappella, con un gruppo formato da ben 175 angeli che portano in cielo la Vergine, cui fanno corona 300 figure plastiche raffiguranti santi e profeti e il coro di angeli musicanti dipinti sulla volta, offre un grande effetto scenico, anche se di incerta resa artistica, che anticipa molto lo stile Barocco.

 

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