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Gambolò tra passato e presente

  • Paola Montonati

gambolo 1Sul confine che divide la Lomellina dalla provincia di Milano, Gambolò, che si trova a pochi chilometri da Vigevano, ha una storia che parte da molto lontano, per la precisione dalla seconda guerra punica.

Secondo la leggenda, infatti, fu proprio dove oggi si trova il centro abitato che nel 218 a. C, poco prima della battaglia del Ticino, che il comandante Publio Cornelio Scipione fece allestire un accampamento allo scopo di sorvegliare meglio le mosse del suo rivale Annibale.

Tutto questo sembrerebbe essere confermato dalla forma della piazza di Gambolò, che nasce dall’intersecazione delle due linee dell’accampamento romano.

Ma le ultime ricerche storiche hanno confermato che, fin dall’età del Bronzo, il piccolo borgo era al centro di un’attiva serie di scambi tra i Celti e le vicine tribù della Valcamonica e del Piemonte.

La prima menzione del nome di Gambolò è in una bolla papale del 1133, dove Innocenzo II passava la parrocchia locale al vescovato di Novara, allora era in buoni rapporti con i conti di Lomello.

Alla fine del XIII secolo, venne conquistato dalla famiglia pavese dei Beccaria, che per due secoli furono i signori del luogo, con una serie di lavori di bonifica delle paludi locali, iniziati pochi anni prima dai monaci cistercensi.

Nel 1475 Gambolò venne ceduto da Galeazzo Maria Visconti a Francesco Pietrasanta, che ne mantenne il dominio fino alla morte.

gambolo 2I suoi eredi, alla fine del XV secolo, vendettero il piccolo borgo a Gian Giacomo Trivulzio, che dopo la sua morte lo cedette al cardinale Schiner e poi, da lui passò nelle mani della famiglia Litta.

Nel 1672 furono tumulati nella chiesa parrocchiale i resti del santo martire Getulio, che divenne il protettore del paese.

Con la prima guerra d’indipendenza Gambolò fu teatro, il 21 marzo del 1849, di una battaglia tra gli uomini dell’esercito del Regno di Sardegna e gli austriaci, mentre nel 1859 venne saccheggiato da un piccolo gruppo di soldati nemici in fuga dopo la battaglia di Magenta.

Sicuramente il monumento più significativo di Gambolò è il suo Castello, eretto nell’anno Mille e poi ampliato fino alla seconda metà del Cinquecento, attuale sede del Museo Archeologico Lomellino.

Il museo, di rilevanza non comune, offre al visitatore  una  serie di reperti archeologici che vanno dalla preistoria fino alla fine dell’impero romano.

Tra le chiese locali sono da ricordare la parrocchiale dedicata a San Gaudenzio e Sant’Eusebio, risalente alla  fine del XII secolo, oltre alla pieve di Sant’Eusebio, datata V – VI secolo e alla chiesa della Madonna di Terdoppio, situata tra le frazioni di Remondò e Garbana. 

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