Arriva a Ferrara il genio di Henri Matisse
Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita.
(Henri Matisse)
Il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, considerato uno dei più belli del Rinascimento italiano, dal 22 febbraio al 14 giugno ospita nelle sue sale la mostra “Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore” dedicata all’opera del pittore francese che, tra le due guerre mondiali ha sempre seguito la sua sensibilità pittorica, arrivando a risultati mai più raggiunti dai suoi amici e collaboratori.
Nella mostra, curata dall’esperta di Matisse Isabelle Monrd – Fontaine, nota per essere stata la vicedirettrice del centro Pompadour, la fondazione Ferrara Arte offre un ritratto a trecentosessanta gradi, non basato su note scontate, del famoso artista francese, che ne mette in risalto non solo le doti come alchimista del colore, ma soprattutto quelle scultoree e grafiche.
Tutte le opere del percorso della mostra sono state selezionate tra musei e collezioni private di tutto il mondo e raccontano idealmente il percorso artistico di Matisse, che come Picasso, ha tratto moltissimi spunti per la sua arte dalla figura, uno dei temi più classici dell’arte, e ne ha completamente sovvertito i canoni tradizionali, rinnovandoli con una sensibilità del tutto nuova.
La mostra si apre con l’Autoritratto del 1900, oggi conservato al Centro Pompadour con una serie di prove giovanili di studio sul modello.
Seguono i quadri della stagione fauve, con il raggiante Ritratto di Andrè Derain del 1905 e quelli del periodo africano, tra cui il bronzo detto Nudo Disteso e il quadro Nudo in piedi, entrambi del 1907, opere di un grande potenziale espressivo.
Nel 1909 Matisse conobbe una netta evoluzione verso uno stile ancora più semplice e primordiale dei precedenti, come dimostrano alcune opere che vengono proposte nella mostra, come le tele La Bagnante e Nudo con sciarpa bianca unitamente al bronzo La Serpentina.
Per tutta la prima guerra mondiale il pittore, grazie anche alla costante presenza di numerose modelle nel suo studio, continuò a lavorare sulla figura femminile, come dimostrano Le due sorelle e Nudo seduto di spalle dipinti nel 1917.
Con il dopoguerra Matisse riscopre lo stile dell’amico e maestro Renoir in opere dal tratto delicato tra le quali ricordiamo Ragazze in giardino del 1919, oltre a un attento studio dei riflessi di luce sulle sue modelle, esemplificato dal bronzo Grande nudo seduto del 1922 – 29 e l’Odalisca con i pantaloni grigi del 1926 – 27.
Le opere degli anni Trenta, come la Ninfa nella foresta del 1935 – 43 e il disegno Giovane donna seduta con abito a rete, sono orientate in una direzione più lirica, dove ancora una volta la luce ha un ruolo centrale.
Il percorso si conclude con le opere dell’ultimo periodo di vita di Matisse, tra cui ricordiamo Interno blu con due ragazze del 1947 e il libro illustrato Jazz, frutto di un lungo lavoro di rielaborazione durato dal 1943 fino al 1947.
La mostra sarà aperta tutti i giorni dalla domenica al sabato dalle 9 fino alle 19, inoltre è visitabile anche nei giorni di Pasqua, Lunedi dell’Angelo, il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno.
I biglietti hanno un costo di 11 euro, con un ridotto speciale di 9 euro per i più piccoli e i gruppi e di 5 euro per le scolaresche, mentre per info si può telefonare allo 0532 - 244949 o scrivere a diamanti@comune.fe.it