Skip to main content

Musei di Pavia

castello 1I musei Civici di Pavia sono ospitati nel Castello Visconteo. Nel loro insieme, possono considerarsi un «museo della città», per lo stretto rapporto che hanno col territorio e con i cittadini. Essi presentano un patrimonio artistico di notevole rilievo e qualità. Il percorso di visita, che si snoda nelle splendide sale affrescate, permette una lettura della storia artistica di Pavia e si articola in numerose sezioni tematiche, molte delle quali allestite o arricchite di recente.

MUSEO ARCHEOLOGICO

La sala I è dedicata al territorio di Pavia romana (che non comprendeva l’Oltrepò). Notevole è la ricostruzione dell’area sepolcrale di Casteggio: due tombe a cremazione in mattoni e un cippo sepolcrale, che testimoniano l’appartenenza di Clastidium al territorio di Piacenza. In sala II è la collezione egizia donata dal Marchese Malaspina di Sannazzaro, che comprende 150 oggetti tra papiri, vasi canopi, amuleti e bronzetti. Sono esposti anche vetri di età romana, tra i quali si segnala il kantharos in vetro blu scuro, e una pregevole testa femminile in marmo greco raffigurante forse Artemide, opera romana di età traiano-adrianea. Le sale III e IV raccolgono testimonianze locali: ceramiche comuni e ceramiche fini da mensa, vetri romani e importanti reperti dell’antica Ticinum.

SALA LONGOBARDA

Espone argenti paleocristiani, oreficerie tardo romane e reperti longobardi. Spiccano la lastra tombale del nobile romano Senatore (VIII secolo), e le oreficerie (collane, orecchini, crocette). Preziosi sono la “sella pliatilis”, sedia pieghevole d’arte carolingia o ottoniana, e i due plutei del VII secolo raffiguranti l’albero della vita, che provengono dalla chiesa di Santa Maria Teodote.

SEZIONI MEDIEVALE

E RINASCIMENTALE I reperti romanici provengono da cantieri di chiese distrutte. Di rilievo i frammenti della doppia cattedrale, formata dalle chiese di Santa Maria del Popolo e Santo Stefano, abbattute per completare il Duomo: sono esposti i portali delle due chiese e una porzione di muro con mattoni invetriati da Santa Maria del Popolo, tra i più antichi esempi italiani di maiolicatura. Notevoli i due capitelli con draghi, provenienti da San Giovanni in Borgo, i grandi frammenti di mosaico provenienti da Santa Maria del Popolo, e la Ruota dei mesi di Santa Maria delle Stuoie.
La Sezione Rinascimentale presenta: l’affresco Incoronazione della Vergine tra santi, proveniente da Sant’Agata al Monte; molte terrecotte, riconducibili al cantiere della Certosa, e sculture attribuite alla scuola di Cristoforo e Antonio Mantegazza.

PINACOTECA MALASPINA PINACOTECA DEL ‘600 E DEL ‘700

Le opere sono ordinate per scuola pittorica di appartenenza. La scuola veneta è rappresentata da capolavori di Giambono, G. Bellini, Cima da Conegliano, Antonello da Messina. La scuola tosco-emiliana è presente con opere del Correggio e del Garofalo. Della scuola d’Oltralpe sono capolavori come la Madonna con il bambino di Hugo van der Goes e il ritratto di Re Francesco I di Jean Clouet. Numerose le opere lombarde, tra cui la Pala Bottigella di Vincenzo Foppa, e la stupenda tavola Cristo portacroce e i dieci certosini che il Bergognone dipinse per la Certosa.
La Pinacoteca del Seicento e Settecento accoglie opere provenienti per lo più dal legato Malaspina e dalle raccolte di Alessandro Brambilla e di Giuseppe Radlinski. Vi si trovano opere di C. Procaccini, C.F. Nuvolone, Van Kassel, Hupin, Magnasco, Tiepolo e Magatti.

QUADRERIA DELL’800

Le opere sono autentici capolavori di rilevanza nazionale, e pregevoli prodotti dell’arte locale. Del periodo neoclassico sono i dipinti di A. Appiani, G. Landi e F. Giani; di quello romantico, le opere di F. Hayez e G. Carnovali. Altre opere sono di F. Faruffini, T. Cremona, N. Massa e G. Kienerk. Alla Quadreria si è recentemente affiancata la Donazione Morone. Si tratta di 66 dipinti, opere di Conconi, Ranzoni, Cremona, Zandomeneghi, Boldini e De Nittis, Pellizza da Volpedo, Grubicy de Dragon, Carlo Fornara, Zandomeneghi, Segantini e De Nittis.

SCULTURA MODERNA E GIPSOTECA

La Sezione conclude il percorso dedicato all’arte dell’Ottocento. E’ organizzata come deposito consultabile e comprende originali in gesso, terracotta, bronzo e marmo, di artisti pavesi e non. Accanto alle terrecotte di C. Ferreri sono le opere di G. Spertini, R. Del Bo e L. Bistolfi.

MUSEO ROBECCHI BRICCHETTI

Si deve al lascito di L. Robecchi Bricchetti, esploratore pavese. Il museo comprende materiali legati alle esperienze in Africa: carnet di viaggio, libri, manoscritti, lastre fotografiche, monili, abiti, calzature, stoffe ecc. L’esposizione ha ordinamento tipologico: le fotografie forniscono una preziosa testimonianza della vita quotidiana nell’Africa di fine Ottocento.

MUSEO DEL RISORGIMENTO

Nasce nel 1885, con il generoso concorso dei cittadini. L’esposizione, mantiene centrali le vicende politico-militari, ma le colloca in un più ampio contesto storico sociale, culturale, economico.
La prima sala è dedicata agli anni francesi e al Regno Lombardo Veneto. Un inserto tematico ricorda il monumento simbolo della città, la statua equestre del Regisole, abbattuta all’arrivo dei francesi. La seconda sala è interamente dedicata alla famiglia Cairoli. La terza sala si apre con uniformi, armi, equipaggiamenti dei diversi eserciti. Il fenomeno Garibaldi, con la costruzione del suo mito, costituisce un altro approfondimento. Il percorso si conclude con il ricordo di alcune personalità locali di rilievo e con un accenno alla prima guerra mondiale.

Musei Civici
Indirizzo :  viale 11 Febbraio 35, Pavia
Telefono :  038233853
Fax :  0382303028
Note :  Orari di apertura nei mesi di Luglio, Agosto, Dicembre e Gennaio: dal martedi alla domenica 09:00-13:30.
La cessione dei biglietti termina 45 minuti prima dell'orario di chiusura.
Orari biblioteca d'arte, archivio raccolte, fototeca e uffici lunedì, mercoledì, venerdì: 8.30 - 13.30 martedì e giovedì: 8.30 - 17.00.
Il Museo chiude nei giorni: 25 dicembre, 1° gennaio, 1° maggio.

Pin It