La chiesa di San Luca a Pavia
Quasi nascosta nel Corso Garibaldi, la chiesa pavese di San Luca ha una storia molto complessa…
Una chiesa di San Luca era citata nel 1330 da Opicino de Canistris tra le chiese pavesi distrutte e, ai tempi della costruzione dell’attuale, ne esisteva un’altra intitolata al santo, dove aveva sede, dall'inizio del Cinquecento, la Confraternita dei Disciplini.
La struttura era però in pessime condizioni, così i fratelli Ercole e Cristoforo Cristona acquistarono, accanto alla prima chiesa, un terreno dove, il 13 giugno 1586, il vescovo Ippolito de Rossi pose la prima pietra della nuova chiesa, poi consacrata il 21 dicembre 1609 dal vescovo Giovan Battista Biglia.
Dalla metà dell’Ottocento la chiesa è la parrocchiale del quartiere, prima come sussidiaria della parrocchia di San Michele e attualmente di quella dei Santi Primo e Feliciano.
La chiesa si colloca nella parte orientale della città, non lontano dalla Porta di Santa Giustina, che corrispondeva alla strada per Piacenza e Cremona.
L’inconsueto orientamento della facciata, rivolta verso nord, è legata proprio con l’importanza del Corso Garibaldi, su cui l’edificio di culto si affaccia.
Il corpo di fabbrica che, sulla destra, si addossa all'abside, ospita al piano terra la sacrestia, con le belle strutture barocche, mentre la Confraternita aveva sede nella sala del piano superiore, ben attrezzata e decorata.
Un portale con relativo timpano rivela la forte matrice classica della facciata, mentre sono del periodo tardo cinquecentesco le coppie di paraste scanalate, la finestra a lunetta, e il grande frontone.
Molto più modesti sono alcuni elementi decorativi, come i capitelli con il motivo della croce, simbolo legato ai pellegrinaggi, come anche le croci da cui si diparte la decorazione della lunetta.
Il bue simbolo di San Luca, inserito dove s’interrompe il timpano, è adagiato su un alto sostegno, che s’innesta come la chiave di volta della lunetta.
La pianta della chiesa, rettangolare con ampia abside, è coerente con i modelli della controriforma che individuavano in un ambiente dalla forma di una grande sala, che permette di eliminare ogni pilastro e colonna, la struttura perfetta per consentire la massima visibilità e favorire il senso di unità tra i fedeli durante il culto, coperta da una volta a botte in corrispondenza delle finestre.
Un tempo il terzo altare a destra era dedicato a San Filippo Neri mentre il primo era quello intitolato a San Luca, il santo protettore della chiesa, delle cui ossa si conservava una reliquia donata da un certo Giuseppe Candiano, ma oggi San Filippo è venerato nel primo altare a destra e San Luca nel terzo.