L’abbazia di San Pietro d’Erbamara
Il piccolo comune di Cergnago, al centro della Lomellina, ha una storia legata alla storica abbazia di Erbamara, che sorgeva nelle vicinanze della tenuta agricola di Campalestro.
L’abbazia di Erbamara è una delle più antiche della Lomellina, citata nel 1150 nel libro dei censi scritto da Cencio Camerario annoverandola tra quelle che ricevevano i tributi della Sede Apostolica.
In anni successivi fu amministrata dalla Congregazione dei Monaci di Vallombrosa che vi restarono fino alla sua decadenza, avvenuta verso la metà del XVII secolo.
Attorno all’Abbazia vivevano molte famiglie di agricoltori, che con il tempo divennero un Comune autonomo fino al periodo napoleonico, prima epoca in cui gli atti dell’Imperatore sono tutti indirizzati al Sindaco di Cergnago ed Erbamala.
Il nome dei Maletta, famiglia simbolo del paese, si affiancò nei secoli a quello dei Plezza di Mortara, con personaggi illustri come Bernardino Maletta Plezza e il figlio Pietro Maria, filosofo e insigne medico, per poi diventare nel Novecento solo la famiglia Plezza.
Entrando nell’abitato di Cergnago si può notare il Palazzo Plezza, rimaneggiato nella prima metà dell’Ottocento da Gianni Plezza Maleta, senatore e ministro dell’interno nel Gabinetto Casati del 1848.
Il palazzo, che si trova lungo la strada che conduce a Tromello, presenta una facciata dall’andamento curvilineo, probabilmente perché è stato eretto su costruzioni precedenti.
La Chiesa Parrocchiale, dedicata a Sant’Elena imperatrice, fu edificata nel X secolo, poi distrutta dai Francesi, come buona parte del paese, nel 1647, infine fu ricostruita nel 1662 a spese del Comune e della locale confraternita del Santissimo Sacramento.
Dalla distruzione si salvò solo la cappella della Madonna del Rosario che conserva una statua della Madonna del 1688, mentre l’entrata presenta una balaustra in legno intagliato.
All’ingresso dell’abitato di Cergnago, per chi proviene da Mortara, è visibile una seconda chiesa, dedicata a San Francesco e San Giovanni, composta da una navata singola e un solo altare, edificata attorno al 1300.
Da vedere è anche la chiesa della Madonnina di Santo Stefano, posta sulla statale tra Cergnago e Olevano, che la leggenda racconta sia stata contesa a lungo dai due comuni finché non venne deciso di lasciare alla sorte l’attribuzione della paternità e il destino alla fine scelse Cergnago.
La sua costruzione risale al 1100, ma ebbe una storia travagliata, infatti, crollò per ben tre volte e fu sempre ricostruita, l’ultima nel 1898, poi fu aperta al culto nel 1901.
La chiesa ha una pianta a navata sola, un altare centrale e due laterali e un soffitto a capriate lignee.