La grande piazza di Casteggio
La grande Piazza Cavour, nel centro della città di Casteggio, con la sua fontana e il colorato mercato della domenica, ha anche una storia ricca di monumenti tutti da scoprire…
Nel Caffé Italia, cuore di Casteggio, nel secolo scorso sorgeva l’albergo della Posta, ritrovo dei patrioti risorgimentali, mentre poco distante, nella tabaccheria Rossi, c’era il Caffé Gaiotti, dove nella primavera 1884 Giuseppe Garibaldi fece tappa mentre si trovava in viaggio per Milano. All’eroe dei due mondi Casteggio dedicò poi una via e una targa, realizzata dallo scultore Alfonso Marabelli e collocata in piazza, sulla faccia di Casa Giulietti, ora sede del Banco Ambrosiano.
Palazzo Ravetta, oggi sede dell’Albergo-Paninoteca Cavour, ha una facciata Liberty d’ispirazione francese, dove nella parte centrale l’edificio è dominato da due cariatidi che sostengono una sottogronda, realizzata dall’ingegner Raffaele Ravetta, dalla pittrice Lina Sannazzaro e da Alfonso Marabelli.
Da vedere è anche il Palazzo Battanoli, costruito nel Settecento con parte delle antiche mura difensive di età viscontea, ora la sede della Biblioteca Civica.
A sinistra, sulla facciata di casa Oleotti, si nota un bassorilievo in alabastro risalente alla fine del XV secolo che raffigura la Vergine, che proviene dall’antico oratorio dedicato alla Madonna della Neve, che sorgeva sul piazzale e poi demolito nel Settecento.
C’è anche il Palazzo Bettanoli, dove sotto la volta sono stati murati alcuni reperti archeologici di epoca romana rinvenuti in zona.
All’incrocio con via Monsignor Torta si trova palazzo Carena, realizzato nel Settecento, nella sua parte nobile l’edificio è stato suddiviso in una serie di abitazioni popolari, mentre la parte rustica ospita il Municipio.
Il giardino delle Rimembranze, che sale verso largo Alpini, è dominato dal simbolo di Casteggio cioè la statua della Vittoria Alata, dedicata ai caduti della prima guerra mondiale, realizzata in bronzo dallo scultore Pier Enrico Astorri e inaugurata il 21 novembre 1926 da Umberto di Savoia, allora il principe del Piemonte.
Nei giardini, oltre a due cannoni austriaci, residuati della Grande Guerra, c’è un‘urna in marmo travertino, realizzata dallo scultore Alfonso Marabelli, dove, dal 1937, riposano i resti di Giuseppe Maria Giuletti, trucidato in Dankalia insieme alla sua spedizione.
Vicino al complesso corrono i caratteristici archi, edificati verso il 1767 per ampliare la spianata del Pistornile dove, ogni mercoledì, in quegli anni si svolgeva il mercato.
Di fronte troviamo la chiesa di San Sebastiano, l’edificio religioso artisticamente più rilevante, edificato nel 1570 sotto l’invocazione della Santa Trinità, poi mutata in quella di San Sebastiano nel 1590, e oggi chiuso al culto da anni.