I simboli dell’architettura fascista di Pavia
Negli anni Trenta del secolo scorso anche l’architettura pubblica a Pavia risentì del movimento razionalista desideroso di esprimere i messaggi del regime fascista, con gli archi giganti dimensionati sulla statura del superuomo, il fascio littorio con funzione decorativa e marmi accostati a monotone stesure di mattoni o simili.
Per le costruzioni fu curata anche l’architettura degli interni, con ampi ingressi spogli e scaloni marmorei che venivano arredati con mobili dai volumi essenziali, caratterizzati dalla presenza di curvature.
Lo smantellamento alla fine degli anni Venti del vecchio Poligono di Tiro nella zona orientale dei bastioni, presso il Baluardo della Darsena, diede ai fascisti di Pavia una grande area per ospitare alcune fondamentali istituzioni.
Nel giro di poco tempo vennero edificati vari edifici, tra cui la Caserma della Milizia, la Casa del Balilla e il comando della Gioventù Italiana del Littorio.
La Caserma della Milizia
Il primo edificio realizzato dopo la demolizione del poligono di tiro fu la caserma.
Nel dicembre 1933 il podestà chiese all’Ufficio Tecnico il progetto per la costruzione di una caserma che potesse accogliere la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, allora ospitata nel palazzo del Governo.
Lo stabile divenne la sede degli uffici del comando della Settima Legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, del comando della Milizia forestale, del comando della Milizia contraerea e oggi è la sede della Polizia locale.
La facciata principale si affaccia su viale della Resistenza, già viale Belgio.
Il complesso della caserma è formato da un corpo d’ingresso a parallelepipedo, in parte a tre e in parte a due piani, completato da un corpo semicircolare posto a sud che ricorda la prua di una nave.
Per legare le due strutture c’è una torre, a forma di fascio, alta 23 metri con oblò e, nella parte superiore, con una finestra a nastro.
La Casa del Balilla
La Casa del Balilla si discosta dal razionalismo e si avvicina al monumentalismo ufficiale.
Il complesso è nell’angolo sud-est del perimetro della città antica ed è caratterizzato da un imponente portale d’accesso a volta, che conduce a due corpi perpendicolari al Ticino e da uno trasversale di collegamento.
Sul fianco sinistro c’è un corpo semicilindrico sulla cui muratura si trova un altorilievo in litoceramica d’imponenti dimensioni che riproduce degli atleti in azione.
Il corpo di fabbrica a ovest è formato dalla palestra e dai relativi locali di servizio, decorati da grandi portali con ballatoio, ampie vetrate e grandi oculi rivolti verso il Ticino.
La palestra, una delle più grandi del genere, ha un paramento murario in mattone a vista e una decorazione in cotto come motivo ornamentale delle facciate.
La struttura oggi ospita la Fondazione Le Vele.
Il comando della Gioventù Italiana del Littorio
Nel febbraio del 1938 fu approvato il progetto per la costruzione della nuova sede del comando della GIL e della caserma dei giovani fascisti, nell’area posta tra la Casa del Balilla e la caserma della Milizia.
Il complesso è formato di due edifici posti perpendicolarmente tra loro, con la facciata che si affaccia sul viale che a quel tempo era denominato XVIII Novembre, già viale Belgio, ora viale della Resistenza, e oggi è la sede del Collegio Universitario Cardano.
Il corpo lungo la strada, destinato al comando della GIL, è a due piani con seminterrato, con facciata in mattone a vista e un monumentale ingresso sormontato da un rivestimento in pietra.
Un secondo ingresso, ugualmente imponente, è sulla porzione emergente del corpo perpendicolare, che era la caserma dei giovani fascisti e ha la facciata in pietra grigia.