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Vigevano accoglie la beatificazione di Teresio Olivelli

  • Paola Montonati

olivelli febbraio 1Sabato 3 febbraio a Vigevano, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi, proclamerà beato il venerabile Teresio Olivelli.

La cerimonia, che inizierà alle 10.30 presso il palasport della città ducale, sarà concelebrata dal vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, con altri vescovi e sacerdoti, tra cui monsignor Oscar Cantoni (Como), monsignor Ludwig Schick (Bamberg), monsignor Santo Marcianò (ordinario militare), monsignor Francesco Cavina (Carpi) e monsignor Mario Delpini (Milano), oltre al postulatore della causa di beatificazione, monsignor Paolo Rizzi.

Saranno presenti anche vari parenti di Olivelli, tra cui il nipote Diego, e il compagno di prigionia Venanzio Gibillini.

L’ingresso al palasport sarà possibile a partire dalle 7.30, inoltre nel duomo di Vigevano verrà installato un maxischermo per assistere al rito.

Teresio Olivelli nacque il 7 gennaio 1916 a Bellagio, sul Lago di Como,  e dopo aver frequentato il ginnasio a Mortara e il liceo a Vigevano, s’iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Pavia, dove fu anche un alunno del Collegio Ghislieri. 

Devoto cattolico, Teresio fu un membro attivo della Fuci, partecipando a ritiri, conferenze e attività, distinguendosi per la sua fede e la sua carità, oltre a far parte dell’Azione Cattolica e della San Vincenzo.

Laureatosi in giurisprudenza nel 1938, Olivelli fu assistente della cattedra di Diritto amministrativo all’Università di Torino, poi un anno dopo vinse i Littoriali di Trieste, una gara di abilità oratoria e di preparazione culturale, con una tesi sulla dignità della persona umana, a prescindere dalla razza.

Da allora il giovane giurista scrisse vari articoli su temi dell’epoca, spesso per il giornale universitario Libro e Moschetto e sulla rivista Civiltà Fascista e tenne conferenze in tutta Italia.

Ma Olivelli, anche se era impegnato su più fronti, non cessò il suo impegno caritativo e di condivisione, aiutando a Torino i poveri del Cottolengo.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel febbraio 1941 si arruolò come volontario e in seguito parti per la Russia, dove spesso soccorreva i feriti e gli assiderati, anche a rischio della sua stessa vita.

Tornato in Italia, Olivelli venne fatto prigioniero dai tedeschi, ma riuscì a fuggire e decise di unirsi alla Resistenza Cattolica, dando alle stampe nel febbraio 1944 il giornale Il Ribelle, dedicato a un modello di vita del tutto opposto all’ideologia nazista.

Ma il 27 aprile 1944 fu arrestato a Milano, come esponente di spicco delle associazioni cattoliche milanesi, ostili ai nazifascisti e collaboratrici dei partigiani.

Dopo la prigionia a San Vittore e nel campo di Fossoli, l’11 luglio 1944 il giovane partigiano tentò la fuga, ma venne catturato di nuovo e in seguito trasferito nel campo di Gries (Bolzano), poi a Flossenburg, in Baviera e infine a Hersbruck, dove cercò di dare una mano, nel limite del possibile, ai suoi compagni di prigionia.

Teresio Olivelli morì il 17 gennaio 1945, dopo essere stato picchiato da un kapò, mentre cercava di difendere un giovane prigioniero ucraino brutalmente pestato. 

Nel 1989 ebbe inizio il percorso del riconoscimento delle virtù eroiche, autorizzate col decreto del 14 dicembre 2015, poi Teresio Olivelli è stato infine proclamato martire con un decreto che, il 16 giugno 2017, ha condotto alla sua beatificazione.

Per l’evento sono state fuse una serie di medaglie commemorative ufficiali in bronzo e corone del rosario con l’immagine di Olivelli, mentre le Poste Italiane emetteranno uno speciale annullo postale per sabato 3 febbraio, che sarà disponibile in uno stand all’interno del palazzetto.

Inoltre domenica 4 febbraio, nel duomo di Vigevano, sarà celebrata alle 10.30 una messa di ringraziamento e il 18 febbraio monsignor Gervasoni, terrà, sempre in Duomo, la messa che verrà trasmessa in diretta su Rai1 dalle 11.

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