Una visita guidata all'Abbazia di San Lanfranco a Pavia
Domenica 21 gennaio dalle 15.30 i volontari della Onlus Amici di San Lanfranco proporranno le visite guidate al complesso Abbaziale di San Lanfranco a Pavia.
Il professore Gualtiero Tacchini guiderà i visitatori in una delle più antiche Basiliche di Pavia fondata dai monaci Vallombrosani, al Chiostrino restaurato, opera giovanile dell'Amadeo, agli affreschi e all'arca marmorea di pregevole fattura.
L'intero complesso monastico è composto dalla chiesa a navata unica con la pianta a croce latina, affiancato da un campanile a pianta rettangolare, aperto in alto da trifore e da un tiburio a loggetta cieca, un piccolo chiostro quadrato quattrocentesco, un chiostro maggiore risalente a fine Quattrocento, una parte rustica a uso agricolo, oggi sede del Tennis Club, e un piccolo cimitero, che si trovano vicino al Ticino, su una piccola lanca.
La chiesa, risalente ai secoli XII-XIII, ha il tradizionale impianto tardo-romanico pavese e lombardo in generale, con murature e facciata in laterizi, quest'ultima è a capanna, tripartita e decorata da bacini in maiolica.
La navata, scandita in quattro campate da sottili pilastri compositi, è coperta da volte a crociera lievemente cupoliformi, ritmate da arcate trasversali in doppia ghiera, mentre i bracci del transetto hanno volte a botte, dove si eleva la cupola su un tiburio ottagonale.
In base a studi della metà dell'Ottocento si è ipotizzato che all’inizio del Settecento la copertura della navata della chiesa sia stata rialzata, dato è quasi nascosto il lato occidentale del tamburo della cupola, di cui oggi si possono individuare le mensolette, in corrispondenza della sommità degli archi laterali delle volte interne della navata.
L'interno della chiesa è decorato con affreschi di stile medievale e rinascimentale, con sulla parete destra alcuni affreschi votivi del primo Duecento legati al luogo di sepoltura di San Lanfranco, il Redentore in trono supplicato dalla Vergine e dal Vescovo Lanfranco, l’assassinio nella cattedrale di San Tommaso Becket, assassinato nel 1170 nella cattedrale di Canterbury da Enrico II, e la figura dello stesso San Tommaso benedicente.
A sinistra si possono vedere il Redentore in un nimbo crocifero e gemmato e la grande figura di San Cristoforo, mentre nella nicchia del braccio destro del transetto c’è un affresco della seconda metà del XV secolo con la Madonna in trono, San Benedetto, San Giovanni Gualberto e un piccolo gruppo di monaci.
Il presbiterio ospita il coro ligneo quattrocentesco intagliato, con lo stemma e il nome del committente, l’abate Luca Zanachi.
Sul lato destro della chiesa si apre il chiostrino rinascimentale, un tempo quadrato, con cinque arcate per ciascun lato, sorrette da colonnine binate in marmo di Verona e rette da volte a crociera.
Sui lati del chiostrino si trovano i vani, oggi adibiti a depositi e magazzini, che un tempo erano le cellette dei monaci fondatori dell'abbazia, mentre nel lato interno resta una sola ala con tre arcate decorate da terracotte, colonne binate e coperture a crociera.
Il chiostro maggiore è su tre lati e si salda ai corpi bassi della parte rustica, con un portico di gusto rinascimentale, coperto da volte a crociera e sorretto da esili colonnine in granito, poggianti su un muretto, con capitelli quattrocenteschi, mentre i sostegni angolari recano un'insolita sezione ovale.
La decorazione in cotto è solo sul profilo degli archi e della fascia-parapetto che corre sui tre lati, che lascia un grande spazio ad ampie stesure d'intonaco, come dimostrano le figure dipinte nei clipei e le tracce di affresco sulla fascia-parapetto del lato ovest.
Nel piano superiore del lato nord si trovano alcuni locali, oggi usati come abitazione del parroco.
La partecipazione alla visita è libera e gratuita, con eventuali offerte per continuare i restauri dell'Abbazia, la prossima visita è prevista per domenica 25 febbraio.