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Pavia Una visita a Palazzo Botta

  • Paola Montonati

visita palazzo botta 1Il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pavia apre le porte della sua sede di Piazza Botta per il secondo sabato di ogni mese e stavolta l’appuntamento è per sabato 12 novembre dalle 9 alle 12.

Si potranno vedere le sale allestite al piano terra dell'antico palazzo della famiglia Botta, dedicate all’anatomia comparata, alla paleontologia, alle esplorazioni in Africa dell'ingegnere pavese Luigi Robecchi Brichetti oltre a vetrine sulle collezioni zoologiche tassidermizzate.

E’ un percorso tra reperti che consentono di andare dai ritrovamenti di mammut e bisonti nelle sabbie del Po allo scheletro di elefante indiano, di pipistrello e di gorilla fino alle raccolte di uccelli e mammiferi perfettamente conservati con la tecnica della tassidermia, l’imbalsamazione di animali morti.

Nel corso della mattinata ci sarà anche una visita guidata condotta da un conservatore del Museo sulla storia e le peculiarità del Museo, tra i più antichi d'Europa.

Il palazzo venne edificato nel 1702 dal marchese Luigi Botta ed era una delle più eleganti dimore cittadine che, come diceva Luigi Malaspina nella sua guida di Pavia del 1819, era “destinato all’alloggio de’ Principi”.

Palazzo Botta ospitò, oltre a Napoleone Bonaparte, Francesco I d’Austria, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, il maresciallo Joseph Radetzky, Vittorio Emanuele II di Savoia.

L’attuale edificio nasce dall’adattamento a istituti universitari quando, nel 1885, l’intero complesso venne ceduto dai marchesi Cusani, discendenti dei Botta, al demanio dello Stato e all’Università di Pavia.

La facciata su piazza Botta è del 1892 ed è frutto dei lavori di Leopoldo Mansueti e mostra interessanti metope che recano scolpiti simboli e soggetti riferibili alle scienze biologiche.

All’interno ci sono alcune testimonianze degli sfarzi settecenteschi con stucchi e affreschi che decorano le stanze del piano nobile.

Il vero gioiello del palazzo rimane la Stanza di Napoleone che ospitò il Bonaparte con la consorte Giuseppina in visita a Pavia nel 1805.

Oltre agli affreschi della volta e agli stucchi rococò, della camera rimangono il camino marmoreo recante lo stemma dei Botta Adorno, la cortina ad arco che separava l’alcova e le porte ad anta unica dipinte con figure simboliche.

Sono ancora visibili gli affreschi nella Sala ricevimento con episodi sulla vita del marchese Antoniotto Botta Adorno (1696-1774) militare e ministro plenipotenziario imperiale alla corte di Prussia e poi di Russia, infine governatore delle Fiandre Imperiali.

L’affresco centrale ricorda che Antoniotto concluse il matrimonio della principessa Anna Elisabetta Mecklenburg-Schwerin, poi Granduchessa reggente di Russia, col principe Antonio Ulrico di Wolfenbüttel nipote dell’imperatore Carlo VI.

Nel Settecento il salotto di palazzo Botta aveva una funzione importante nell’attivazione di rapporti sociali e culturali in Pavia, infatti Lazzaro Spallanzani frequentava il salotto ed ebbe una storia con la marchesina Botta.

Dotato un tempo di un delizioso parco poi scomparso a causa della crescita delle strutture universitarie, adesso l’edificio presenta, dove c’era il giardino, l’acquario realizzato nel 1913 su iniziativa di Camillo Golgi e su progetto dell’architetto Giuseppe Bergomi, con vasche e incubatori per lo studio degli animali acquatici.

L’ingresso è a pagamento, gratuito fino ai 26 anni e per gli over 65, la visita guidata è gratuita.

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