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Nel segno di Bramante e Leonardo: alcuni esempi tra Milano, Vigevano e il Piemonte a Vigevano

  • Paola Montonati

evento mostra 0 704x515Dal 4 ottobre al 6 gennaio 2020 la Pinacoteca Civica del Castello Sforzesco di Vigevano proporrà la mostra Nel segno di Bramante e Leonardo :alcuni esempi tra Milano, Vigevano e il Piemonte, dieci dipinti della produzione artistica di Vigevano, parte di una complessa trama di riferimenti e scambi culturali che toccano non soltanto Milano ma anche il Piemonte.

Le finalità sono valorizzare le presenze sul territorio e definire le traiettorie che collegano gli artisti presenti in città con il territorio circostante.

Il catalogo, con saggi e schede di noti docenti e specialisti, partirà dalle presenze di Bramante e Leonardo per studiare le molte influenze esercitato sugli artisti più disparati, con opere da collezioni pubbliche e private e anche poco note o inedite.

Se la vita di Leonardo è conosciutissima, ben poco si sa di quella del Bramante, nato in provincia di Urbino a Fermignano, allora chiamato Monte Asdrualdo, nel 1444.

Dal 1476 l’artista visse a Urbino, dove si formò sotto la guida di fra' Carnevale e successivamente divenne allievo di Piero della Francesca.

In seguito Bramante viaggiò per l'Italia e nel 1477 a Bergamo affrescò la facciata del Palazzo del Podestà, mentre nel 1478 arrivò a Milano, dove venne incaricato del recupero del palazzo di Porta Ticinese di Federico da Montefeltro.

Nel 1482 l’artista fece amicizia con Leonardo da Vinci, con cui collaborò ai cantieri del Castello Sforzesco e nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, oltre ad essere l’architetto per il cardinale Ascanio SforzaLudovico il Moro, che gli commissionò lavori di grande prestigio, tra cui il cortile della Basilica di Sant'Ambrogio e la tribuna di Santa Maria delle Grazie, inoltre impostò la Sagrestia Vecchia e il chiostro minore.

Dal 1499 Bramante visse a Roma dove realizzò il Chiostro di Santa Maria della Pace, il Tempietto di San Pietro in Montorio e il Cortile del Belvedere e incontrò architetti importanti, come fra' Giocondo, Giuliano da Sangallo e soprattutto Raffaello e Michelangelo, da cui imparò molto.

Nel 1506 Bramante venne nominato architetto pontificio da Giulio II, per ricostruire l'antica basilica costantiniana di San Pietro, con un progetto incredibile, perché univa gli studi teorici di alcuni grandi dell'epoca, come Francesco di Giorgio MartiniLeonardo da Vinci.

Purtroppo però dal progetto su carta alla reale realizzazione, subentrano dei problemi con il Clero, che aveva una visione dell'architettura tradizionale, inoltre morì Giulio II.

Bramante morì a Roma l'11 aprile 1514, dopo dieci anni d’ intenso lavoro nella città eterna, forse la parte più importante della sua storia.

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