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Nando Pagnoncelli al Festival delle Trasformazioni di Vigevano: venerdì 27 settembre ore 21 all’Auditorium San Dionigi.

  • Paola Montonati

71186260 534658900635802 4912372237824163840 nNando Pagnoncelli sarà domani sera, 27 settembre, alle ore 21.00 a Vigevano all'Auditorium San Dionigi, di Piazza Martiri della Liberazione, per gli incontri della 3^ edizione del Festival delle Trasformazioni. Il sondaggista sarà intervistato da Alessandro Galimberti, giornalista del Sole 24 ore, Presidente Ordine dei Giornalisti della Lombardia.

Presidente di Ipsos Italia, insegna Analisi della pubblica opinione all’Università Cattolica di Milano. È il sondaggista di riferimento della trasmissione televisiva "diMartedì" e tiene una rubrica settimanale sul "Corriere della Sera".

Sarà la serata inaugurale del Festival, e verterà su Le credenze e i miti del Belpaese, che saranno analizzati e spiegati al pubblico, da quello che è il sondaggista più ascoltato d’Italia.

Temuta, corteggiata, studiata, prezzolata, sostenuta, combattuta, adulata, l’«opinione pubblica» è diventata una delle protagoniste indiscusse della storia moderna, forse la principale, perché ottenerne il consenso è oggi di vitale importanza soprattutto per leader e partiti politici, che spesso modellano la propria azione solo in vista di questo obiettivo. Da qui la necessità di sapere cosa pensano, desiderano e sognano i cittadini, ossia i potenziali elettori, salvo scoprire che le loro opinioni sono profondamente contraddittorie e di rado, almeno nel nostro paese, rispecchiano la realtà. A questo interessante fenomeno, che fa pensare di trovarsi in una Penisola che non c’è, Nando Pagnoncelli dedica il suo nuovo libro, un curioso e piacevole viaggio nel mondo dei sondaggi, strumento preziosissimo che, come uno specchio, dovrebbe riflettere l’immagine di una società e che invece, nel caso dell’Italia, ne svela inaspettatamente le mille incoerenze. Un esempio per tutti? Siamo convinti che un 26% dei residenti nel nostro paese siano immigrati (dato reale 9%), che il 20% di loro sia di religione islamica (3,7% secondo la Caritas, 2% secondo l’Istat) e che il 48% dei carcerati sia di nazionalità straniera (a fronte del 34% effettivo); percepiamo dunque una vera e propria invasione di extracomunitari musulmani dediti al crimine, tanto da considerare l’immigrazione il maggior flagello nazionale, ma interrogati su quali siano le emergenze da affrontare a livello locale, collochiamo il tema migratorio all’ultimo posto, ben dopo la tutela dell’ambiente. Perché i migranti con cui abbiamo a che fare sono il pizzaiolo sotto casa o la badante dei nostri genitori, persone che «conosciamo » e giudichiamo buone. Il motivo di questo evidente «strabismo», afferma Pagnoncelli, è infatti la scarsa conoscenza della realtà che ci circonda, un’ignoranza che non è dovuta tanto alla bassa scolarizzazione quanto alla scelta, sempre più frequente, di basare le nostre informazioni sull’immediatezza, su un bisogno di aggiornamento quasi compulsivo ma superficiale, soddisfatto dalla televisione e da internet. È evidente che, in questo modo, diventiamo facili prede di fake news e notizie distorte, e rischiamo di perdere credibilità come popolo e come nazione. Per uscire da tale impasse, è necessario che ciascuno si assuma la responsabilità di approfondire, partecipare e discutere criticamente, spogliandosi dei panni dello spettatore rassegnato per riappropriarsi con fiducia del ruolo di cittadino a tutti gli effetti, membro attivo della comunità civile.

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