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Festa di Sant’Antonio 2024 a Morimondo

  • Paola Montonati

morimondo antonio 2024Torna come ogni anno a Morimondo,  uno dei Borghi più belli d’Italia, la tradizione del Falò di Sant’Antonio.

Domenica 21 gennaio, quindi, è da non perdere l’appuntamento nel borgo alle porte di Milano per celebrare Sant’Antonio Abate con un grande fuoco, di buon auspicio per l'anno che ha appena preso il via.

Nato nell’Alto Egitto a metà del III secolo d.C. da ricchi genitori cristiani, Sant’Antonio Abate rimase orfano all’età di vent’anni.

Il giovane Antonio donò ai poveri la sua eredità e decise di vivere da eremita nel deserto combattendo più volte contro le tentazioni, infatti, secondo la tradizione il demonio assunse le più diverse forme per tormentarlo e farlo desistere dal cammino di santità.

Una piccola folla di seguaci in poco tempo si riunì intorno al santo, per farsi dirigere nella vita eremitica, ne nacque il primo nucleo della fondazione monastica che tanta fortuna ebbe poi nel Medioevo.

Patrono dei contadini e degli animali domestici, in antichità il santo egiziano veniva celebrato con grandi fuochi che simboleggiavano purificazione e luce.

Si racconta che il falò aveva lo scopo di purificare il terreno dai raccolti della stagione passata e prepararlo a quella successiva.

Un tempo i sacerdoti andavano nelle stalle a benedire gli animali e poi si posava su una mensolina della stalla l’immagine del Santo, raffigurato fra ogni tipo di animale domestico.

Per Sant’Antonio si mangiavano gli gnocchi e nelle campagne le donne smettevano di filare, oltre a preparare un dolce benedetto per gli uomini e gli animali malati.

La Lombardia è forse una delle regioni in cui più si festeggia Sant’Antonio e a Morimondo l’appuntamento sarà poco prima del tramonto, intorno alle 16,30 e per l’occasione, gli organizzatori hanno previsto, come da tradizione, la distribuzione di cioccolata calda e dolci.

Organizzata dalla locale Pro Loco, la Festa vedrà tra gli ospiti dalle 10 del mattino anche il Mercatino Enogastronomico della Certosa con le sue eccellenze: miele, dolci, formaggi, pasta fresca, salumi, frutta e verdura, vino, mele bio presidio Slow Food dal Piemonte con succo di mele, confetture e sidro.

Enogastronauti e turisti a breve raggio potranno scoprire un mondo, dove arte e cultura si trovano in un luogo bellissimo, carico di storia e spiritualità come l’abbazia di Morimondo, tesoro dell’architettura romanica italiana.

L'abbazia di Morimondo 

La storia di Morimondo converge intorno alle vicende della sua abbazia e dei monaci dell’ordine dei Cistercensi che la fondarono, infatti, dopo esservi giunti nel 1134, dodici monaci del monastero di Morimond in Borgo.

Sorta in un periodo successivo alla costruzione del monastero, per la precisione dal 1182, la basilica è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo.

La basilica, sorta dopo la costruzione del monastero, nel 1182, è adesso il monumento più noto di Morimondo che segue il modello delle chiese cistercensi voluto da San Bernardo, tutte grandiose e solenni, in contrasto con l'austerità della vita dei monaci, che hanno intrapreso l'opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio.

Edificata in mattoni, la facciata è in stile gotico francese con elementi romanico - lombardi, oltre a un taglio a capanna, mentre il portale è preceduto da porticato posto davanti alla chiesa, aggiunto nel 1736.

Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto coronano la parte superiore, sormontata da una fila di archetti che continuano sui fianchi.

L'interno è a tre navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare, mentre entrando a destra, si vede una grande acquasantiera trecentesca con rosoni e teste molto eleganti.

Da ricordare anche il coro, richiesto dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all'intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo terminò nel 1522.

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