Festa del Roseto 2024 all’Orto Botanico di Pavia
Domenica 5 maggio a Pavia tornerà la tradizionale Festa del Roseto, giunta alla sua 29esima edizione. Sarà un’occasione imperdibile per ammirare le duecento rose che costituiscono una delle principali collezioni dell’Orto Botanico.
Infatti, il giardino potrà essere visitato autonomamente o attraverso visite guidate dall’Associazione Amici dell’Orto Botanico e dal curatore, Nicola Ardenghi, che dedicheranno particolare attenzione alla collezione di rose recentemente rinnovata. Tra le novità, troviamo piante finanziare dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Ministero della Cultura, includendo nuove varietà di rose, piante carnivore, acquatiche, agrumi, peonie, iris, hosta, bambù e piante fruttifere.
Inoltre, l’Orto Botanico ha deciso di aderire alla Giornata Internazionale del Fascino delle Piante, una manifestazione internazionale promossa dall’European Plant Science Organization, con oltre 220 tra università, istituti di ricerca, orti botanici, parchi, scuole e accademie che organizzano eventi per sensibilizzare sull’importanza della ricerca sulle piante.
La Festa del Roseto sarà anche in questa edizione affiancata da un fuori Orto, con esposizione e possibilità di acquistare piante di rose, piante aromatiche, graminacee, dalie e fiori di campo da alcuni noti vivai del nord Italia, oltre alle piante orticole della provincia di Pavia e i produttori di miele. Si aggiungono anche opportunità di street food per pranzi, spuntini o aperitivi.
All’interno del chiostro dell’Orto verranno organizzate postazioni interattive per raccontare al pubblico le ricerche e i progetti realizzati dai botanici e agronomi pavesi del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università, su temi come piante alpine e cambiamenti climatici, la tassonomia delle piante, le varietà agricole locali, gli agroecosistemi, il restauro ecologico degli habitat, le piante medicinali, e su alberi e foreste.
Il chiostro ospiterà anche il concorso "La Rosa più bella", curato dall’Associazione Amici dell’Orto Botanico. I partecipanti potranno presentare le loro rose la mattina stessa, dalle 10 alle 12, presso il tavolo dell’Associazione.
La Festa del Roseto continuerà anche la settimana successiva con le visite organizzate dalla biblioteca dell’Orto Botanico.
L’Orto Botanico pavese si trova nella sua attuale sede dalla fine del 1700, seguendo numerosi tentativi di trovare una sede adeguata per la coltivazione e l’insegnamento dell’uso delle piante per la facoltà medica. Fu Fulgenzio Witman, che insegnò a Pavia dal 1763 al 1777, ad avere l’idea della costruzione di un giardino in un luogo diverso dalla sede attuale dell’Orto Botanico.
Fu il conte Firmian, plenipotenziario degli Asburgo per la Lombardia, a trovare quella che sarebbe stata la sede definitiva nell’area della chiesa di S. Epifanio, annessa al convento dei Padri Lateranensi. I lavori per la realizzazione dell’Orto furono avviati nel 1773, e l’edificio del Laboratorio di Chimica fu insediato nel 1774. Le grandi serre in legno, su progetto di Giuseppe Piermarini, iniziarono a costruirsi nel 1776, oggi sostituite dalle attuali in muratura.
Dal 1777, sotto la direzione di Giovanni Antonio Scopoli, l’Orto Botanico raggiunse un aspetto definitivo, molto simile a quello di Padova, che ne fornì gran parte delle piante. In seguito il prefetto Domenico Nocca, che si insediò nel 1797, arricchì le collezioni con nuovi semi e piante, e promosse il rifacimento delle serre, dette di Scopoli, facendole sostituire con le attuali in muratura. Tra le due guerre vi fu un ulteriore miglioramento dell’Orto Botanico, con l’aggiunta di due serre calde sul lato meridionale dell’Istituto, a diretto contatto con la costruzione, mentre un’altra, a forma di cupola, era sopra una grande vasca. Nell’immediato dopoguerra, ci furono gravi perdite nelle collezioni e nelle strutture dell’Istituto.
Proprio per questo furono rimosse le serre sul lato meridionale dell’edificio, che si trasformo in facciata monumentale, e l’impianto del giardino si adeguò ai canoni dei parchi delle classiche ville del XVII e XVIII secolo. Dal 1997 l’Orto Botanico fa parte del Dipartimento di Ecologia del Territorio e degli Ambienti Terrestri. L’attuale direttore è Francesco Sartori. L’Orto Botanico è parte del Sistema Museale di Ateneo e della Rete degli Orti Botanici della Lombardia partecipando alle relative attività coordinate di carattere museale, scientifico e didattico. Nel Roseto, che fu istituito da Raffaele Ciferri, direttore dell’Orto dal 1943 al 1964, troviamo un folto gruppo di rose selvatiche, raccolte, con specie e ibridi naturali rappresentativi di vari sottogeneri, denominate secondo le classificazioni delle regioni d’origine, mentre le rose antiche, e gli ibridi moderni si trovano nelle aiuole centrali. Le aiuole vicine al viale centrale e nel tappeto erboso della parte orientale dell’arboreto ospitano una quindicina di specie legate alla flora nemorale dei boschi della Pianura padana lombarda.
L’arboreto ospita numerose specie arboree ed arbustive esotiche, oltre a diverse specie delle foreste dell’Italia boreale e un monumentale Platanus hybrida. Due corpi collegati da un atrio comune compongono le serre di Scopoli. Nel corpo orientale troviamo le specie di Cicadaceee più rappresentative, mentre in quello occidentale vi è una collezione di piante succulente di vecchia costituzione e integrata più volte con donazioni da parte di privati. Costruita durante la direzione di Ruggero Tomaselli, la serra tropicale contiene diverse specie esotiche di pteridofite, Araceae, Aracaee, Euforbiaceae, Liliaceae, Marantacaee… Utilizzata anche come serra di ricovero invernale di piante in vaso, la serra piante utilitarie ospita una serie di piante esotiche da frutto, aromatiche, da legno e ornamentali, oltre a dei Cyperus papyrus in pieno rigoglio.