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Alberi Monumentali d'Italia: i 5 "giganti verdi" Pavesi in elenco

  • Paola Montonati

alberi pavesi 1Il 19 dicembre scorso, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha pubblicato sul proprio sito istituzionale, il primo elenco degli Alberi Monumentali d'Italia. Nell'elenco pubblicato dal Ministero, sul proprio sito, si trova di tutto dalle querce millenarie al più antico platano d'Italia. Alberi considerati come veri e propri monumenti viventi, ultracentenari, se non addirittura millenari come nel caso di alcune querce, ulivi che superano gli ottocento anni e glicini dall'età indefinita, già presenti con Leonardo da Vinci.

Inseriti nello speciale elenco per la loro età, l'architettura particolare, la valenza paesaggistica, biologica, storica o religiosa, dove spesso questi giganti naturali rappresentano anche il simbolo delle comunità e della loro continuità. Come nel caso del “Tiglio di Macugnaga”, ai piedi del Monte Rosa, un gigante verde, attualmente un po' malandato ma ricco di sacralità e leggende. Venne introdotto e piantato intorno all'anno 1200 da una donna che faceva parte dei primi pastori Walser fondatori del paese.

Andare a cercarli, trovarli è un’occasione per fare una gita fuori porta, nel rispetto della natura, dell’ambiente e anche dalla sacralità che questi anziani giganti verdi ispirano ed emanano.

L'elenco nazionale, diviso per Regioni, si compone di 2.407 alberi sul sito istituzionale www.politicheagricole.it, è stata creata un'apposita sezione dedicata agli alberi monumentali, dove sono indicate caratteristiche e geolocalizzazione dei "monumenti" verdi, con aggiornamento costante.

L'elenco è frutto di un’attività di catalogazione realizzata, in modo coordinato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dalle Regioni e Province autonome e dai Comuni, che la legge indica come diretti operatori del censimento. Ai soggetti istituzionali si sono aggiunti, per il supporto scientifico, il Centro di ricerca per l'agrobiologia e la pedologia del CREA, e per le attività di segnalazione Enti parco, istituti scolastici, professionisti agronomi e forestali, associazioni ambientaliste e cittadini.

In Lombardia, gli alberi considerati d’interesse storico risultano essere attualmente 125, con altri pronti a entrarvi con il prossimo censimento. La Provincia di Pavia, ne conta cinque in questo elenco.

Il primo che troviamo è il “Gingko Biloba”, nel parco di Villa Imbaldi a Cura Carpignano. 4,8 metri di circonferenza per 26 di altezza, che può vantare un'età di circa trecento anni. Pianta che nel 2005, dopo una violenta tromba d'aria, ha visto spezzarsi la sua cima.

E' la volta poi dei centenari e maestosi cedri del parco di Villa Lomellini a Montebello della Battaglia. Sei metri e mezzo di circonferenza del fusto, per 28 e mezzo di altezza.

A Santa Cristina e Bissone, in via Dante angolo via Fiume, troviamo un platano (Platanus acerifolia) che sfiora i cinque metri di diametro e tocca i 26 di altezza.

Chiudono l'elenco due alberi monumentali a Voghera. Il primo si trova in Via Matteotti, al civico 40, si tratta di un platano con il fusto che conta su una circonferenza di poco superiore ai 4 metri, mentre in altezza svetta fino a quota 33 metri.

L'ultimo è il secolare pioppo bianco (Populus alba), di 6 metri e sessanta centimetri di diametro per un'altezza di ben 32 metri. Pianata che ha dimora poco fuori il centro di Voghera, nei pressi di Campoferro sulla strada Brignolo, vicino alla tangenziale che collega Casteggio a Voghera. La tradizione vuole essere l'albero della “piccola vedetta lombarda”, descritta nel libro “Cuore” di De Amicis, durante il combattimento di Montebello avvenuto nella Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana tra esercito franco-piemontese contro l'esercito austriaco il 20 Maggio 1859. Un ragazzo salì su di un albero per segnalare ai piemontesi gli spostamenti delle truppe austriache, che avvistatolo spararono parecchi colpi per abbatterlo, nonostante gli appelli del comandante dei cavalleggieri piemontesi di scendere, rimase eroicamente sul posto di vedetta e colpito da una fucilata, morì.

Secondo le ricerche di alcuni storici locali, l'episodio accadde realmente e il nome del ragazzo che morì proprio in quel giorno all'Ospedale di Voghera si chiamava Paolo Minoli.

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