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Voghera

La collocazione geografica lungo la via Postumia, l’attuale via Emilia, in epoca romana fece di Voghera crocevia di comunicazione commerciale e devozionale. Giulio Cesare le concesse l’istituzione di “forum” (grande mercato), come dimostra il ritrovamento di frammenti di lastre funerarie. Il periodo di massimo splendore per la città fu però interrotto dalle invasioni barbariche: durante il regno di Liutprando, Voghera viene citata come “villaggio di Iriae” (“Iria”, termine di derivazione celtica, significa città) e, nel X secolo, è segnalato un castello a Viqueria, antenato dell’attuale toponimo.

Nel 1200 Voghera si schierò con Pavia contro Milano, cui dovette cedere nel 1364, ponendosi sotto i Visconti per vigilare contro le mire espansionistiche dei Marchesi del Monferrato. Dopo la pestilenza del 1435, poi, la città entrò a far parte del feudo dei Dal Verme; successivamente seguì le sorti dell’intera provincia, prima in mano ai Francesi e poi agli Spagnoli. Nel 1635, invece, Voghera fu conquistata da Odoardo Farnese, duca di Parma. Nel 1713, con il trattato di Utrecht, passò sotto l’Austria, per ritornare in mano ai Savoia nel 1743, a seguito del trattato di Worms. Nel 1796, poi, fu occupata dalle truppe napoleoniche e rivestì un ruolo importante nel corso delle Guerre d’Indipendenza. Nel 1858 venne quindi inaugurata la stazione ferroviaria, che, per la sua posizione strategica, rappresentava un importante nodo per il Nord Italia.

LA S.O.M.S A VOGHERA

Le Società Operaie di Mutuo Soccorso si sono sviluppate nel nostro Paese nella seconda metà del 1800 per supplire alla carenza di ogni forma di stato sociale ed aiutare i lavoratori che si trovassero nell'impossibilità economica di trasferire ad altri il rischio di eventuali eventi dannosi, secondo il principio della ripartizione del danno.
Anche la SOMS di Voghera risale a quel periodo, essendosi radicata sin dal 1851 sul territorio cittadino, dove opera con finalità di carattere assistenziale, mutualistico e ricreativo-culturale.
Con l'avvento del Fascismo, però, le SOMS vennero sciolte, perché considerate sovversive e quindi si dovettero attendere gli anni Cinquanta e Sessanta per vedere una nuova espansione di questa forma di mutualità. Il tutto nell'ambito di una realtà radicalmente cambiata, con il passaggio da una società di tipo prevalentemente agricolo ed operaio, ad una società dei servizi.
 

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