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Pavia Istituto Bordoni

istituto bordoni pavia 1La storia dell’Istituto Bordoni, uno dei più famosi di Pavia, parte da molto lontano, per la precisione dalla vita del matematico pavese Antonio Bordoni. 

Nato a Mezzana Corti il 19 luglio 1788, Antonio Bordoni si laureò in matematica a Pavia il 7 giugno 1807, per poi essere nominato insegnante di Matematica nella Scuola militare di Pavia, istituita da Napoleone, tenendo l’incarico fino al 1816.

Il 1 novembre 1817 Bordoni venne eletto professore ordinario di Matematica Pura Elementare nell'Università di Pavia e nel 1818 arrivò alla cattedra di Calcolo Sublime, Geodesia e Idrometria, che insegnò per 23 anni.

Nel 1827 e 1828 fu il rettore dell'Università e nel 1854 venne eletto Direttore degli Studi Matematici della Facoltà di Matematica dell’Università di Pavia, mantenendo l’incarico fino alla sua scomparsa, avvenuta a Pavia il 26 marzo 1860, un mese dopo la nomina a senatore.

Un anno dopo la morte di Bordoni, come conseguenza della riforma Casati, venne aperto a Pavia il Regio Istituto Tecnico voluto dal Municipio, che però era dipendente dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio con sede nell’ala sud occidentale dell’ex convento della Chiesa di Santa Maria del Carmine e nel 1882 venne intitolato ad Antonio Bordoni.  

Anche se ci furono molte variazioni nell’ordinamento didattico, l’avviamento di nuove sezioni e l’aumento delle iscrizioni, l’Istituto Tecnico Bordoni non cambiò la sua sede fino agli inizi del Novecento, quanto l’intera sezione di Agrimensura venne trasferita nel Palazzo Vistarino, mentre la Presidenza, la sala professori e alcune classi erano provvisoriamente sistemate nel Palazzo del Broletto, messo a disposizione dal Comune.

Nel 1911 l’Istituto Tecnico Bordoni fu trasferito nel grande edificio di via Mascheroni e via del Carmine che oggi ospita il Liceo Taramelli.

Intanto l’Amministrazione provinciale aveva bandito un concorso per la progettazione e l’appalto per la costruzione di una nuova sede per l’Istituto, sull’area, dove una volta c’era il campo di tiro al bersaglio, sita oltre Porta Milano e acquistata dal Comune.

Il concorso venne vinto dagli architetti Mario Ridolfi, Wolfang Frankl e dall’ingegnere Vittorio De Amici.

I lavori cominciarono nel luglio 1935 e si conclusero nell’arco di 15 mesi, per un complesso di notevole valore sotto diversi aspetti, diventando uno dei migliori esempi di architettura funzionale realizzata a Pavia tra le due guerre.

L’edificio si sviluppa su due piani, nell’ala maggiore esposta a est si trovano le aule d’insegnamento, i laboratori e un tempo c’era anche il Museo di Scienze Naturali, che venne ceduto in parte al Castello Visconteo e in parte è andato disperso.

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