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Borgarello Chiesa di San Martino Vescovo

martino borgarello 1La prima notizia storica sulla chiesa di Borgarello, in provincia di Pavia, è in un atto del 23 maggio 1395, dove Guglielmo Centuario, vescovo di Pavia, a causa della morte del rettore Giovanni Bastoni, elegge Lorenzo Bastoni, figlio di Andrino, nuovo rettore della chiesa di Borgarello.

Questo rettore partecipò alla posa della prima pietra della Certosa di Pavia, avvenuta in una solenne cerimonia il 27 agosto 1396.

Borgarello e la sua chiesa sono citati nei rogiti del cancelliere episcopale Albertolo Griffi degli anni 1370-1420, oltre che negli atti della visita pastorale compiuta nel 1460 da Amicus de Fossulanis, che ne parla nella circoscrizione plebana di San Genesio e in seguito durante la visita apostolica di Angelo Peruzzi del 1576, quando faceva parte del vicariato di Mirabello e i parrocchiani erano 130.

Nel 1769 la chiesa era ancora parte del vicariato di Mirabello, con tre sacerdoti e un chierico, poi col solo parroco nel 1807, nel 1823 e nel 1845 e con due sacerdoti nel 1877.

Verso la fine del XVIII secolo, secondo i documenti sulle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Martino vescovo aveva fondi per 89 pertiche e tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780 i parrocchiani erano arrivati a 570.

Nel 1807 nella parrocchia di Borgarello c’erano due oratori dei quali uno dedicato alla Beata Vergine Assunta, segnalato anche nel 1877.

La parrocchia di San Martino vescovo fu poi inserita tra XIX e XX secolo nel vicariato di Mirabello, in quello di Certosa e, fino al 1989, nel vicariato di Certosa - Binasco.

Nella chiesa con il passar dei secoli ci sono state delle trasformazioni piuttosto significative, non solo per quanto riguarda gli spazi interni, ma anche in quelli esterni.

In una nota del 28 giugno 1626 il curato Giovanni Battista Bennerio descrive l’edificio come una sola navata, che confina a Sud con il cimitero cinto su due lati da un muro e a Nord con la casa del parroco con cantinino, collegata al campanile a una sola campana e vicino alla chiesa nell’angolo di Nord – Est.

Oggi la chiesa ha una pianta barocca tipica di molte chiese del pavese, detta ad aula unica con volta a botte, con cappelle laterali poco profonde collegate fra loro, un transetto contenuto nell´ampiezza delle cappelle laterali e il coro.

La distribuzione degli spazi interni ricorda i dettami della chiesa controriformata, infatti, l’aula unica favorisce il senso di unità tra i fedeli, e permette di rivolgere l´attenzione verso il presbiterio.

La facciata ha uno stile alquanto lineare e sobrio in continuità con l´interno dell´edificio ed è tripartita verticalmente, con il corpo centrale che presenta un´altezza maggiore rispetto alle due parti laterali, mentre orizzontalmente è bipartita mediante una cornice aggettante con una serie di modanature che ricorda la divisione lineare interna dell´edificio.

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