Le chiese del borgo di Rosasco in provincia di Pavia
Forse non tutti sanno che il borgo di Rosasco offre, oltre al suo antico mulino, alcune chiese davvero interessanti da scoprire.
Il nome di Rosasco è stato oggetto di varie interpretazioni, ma oggi né è certa solamente la derivazione ligure del suffisso -asco, molto diffuso nella pianura padana occidentale, che vuol dire in senso lato spianata o aperta campagna, oltre che alla radice Rauza, cui si collegano il gotico raus e l'antico francese ros, voce del dialetto locale che significa intrico di vegetazione o cespuglio, adatto a un luogo di pianura coperto da fitta vegetazione.
La località ha visto nei secoli la presenza dei Liguri, e poi quella dei Celti, come dimostrano le tracce di un insediamento romano suffragate da ritrovamenti lapidei, tra cui un'iscrizione sepolcrale e un'ara votiva dedicata a Minerva.
Rosasco vide successivamente il dominio dei Goti e quello dei Longobardi e nel 1011 il re Arduino, marchese d'Ivrea, lo donò, ribadendo una precedente concessione di Ottone di Sassonia del 977, con il suo castello e con il territorio adiacente, fatta esclusione per la frazione di Rivoltella, che apparteneva al contado di Robbio, alla Chiesa di San Siro di Pavia, da cui passò al locale Episcopato, e da questi al Vescovo di Vigevano.
Nel 1355 il paese andò ai Beccaria e, dopo alterne vicende, nel 1701 pervenne ai Visconti di Saliceto e infine al Regno Sabaudo.
le chiese
Affacciata sull'ampio spiazzo del sagrato, che declina dolcemente verso il centro della piazza del Paese, si erge la Chiesa Parrocchiale, edificata nel 1496 sulle fondamenta della primitiva Cappella di Corte.
L'edificio, a pianta rettangolare con due cappelle laterali, ingloba nel lato Sud-Est una delle torri medioevali collegate alla struttura del Castello, dove gli spazi sono scanditi da una doppia fila di possenti pilastri cilindrici in mattoni a vista, che danno all'ambiente una sensazione di forza e di severità.
Tra le numerose opere d'arte conservate all'interno della chiesa spicca alla parete di destra uno splendido olio su tavola di Bernardino Lanino della fine del XVI secolo, oltre a un pregevole Crocifisso ligneo coevo e, in sacrestia, un affresco di epoca anteriore, di notevole qualità.
L'edificio è stato restaurato e messo in sicurezza con una serie di appropriati interventi conservativi tra il 1986 e il 2005 ed è consacrato a Santa Maria e al patrono di Rosasco, San Valentino.
Sullo stesso sagrato si affaccia anche la Chiesa di San Giuseppe, costruita nel corso del XVII secolo, caratterizzata da un'unica navata con presbiterio e abside semicircolare, e da un alto campanile, che apparteneva alla Confraternita di San Giuseppe, attiva fino al 1870.
A fianco della Chiesa Parrocchiale e di fronte alla Chiesa di San Giuseppe c’è la Cappella dell'Ossario, un edificio in stile barocco, risalente alla prima metà del XVIII secolo, ricco di scene pittoriche e motivi architettonici e ornamentali, che era il contenitore delle ossa esumate dai due cimiteri che occupavano l'area adiacente allo spazio di terreno dove si trova.
All'interno dell'area cimiteriale, nell'immediata periferia del paese, sorge la Parrocchiale Campestre di Santa Maria, un Santuario in gran parte rifatto nel corso del XVIII secolo, poi Cappella Cimiteriale a seguito dell'editto napoleonico in virtù del quale l'area destinata alle sepolture, che in precedenza si trovava all'interno dell'abitato, veniva trasferita lontano dagli insediamenti.
Nel corso del tempo il Santuario si è arricchito di cappelle funerarie e di un porticato di stile neoclassico.