La Madonna del Rosario, un dipinto in viaggio
Nel 1526, un anno dopo la battaglia di Pavia, i pavesi eressero nel Duomo una cappella consacrata alla Madonna del Rosario quale ringraziamento perché la città era scampata alla distruzione per mano dei francesi dopo il sacco di Lautrec, ma solo nel 1530 venne commissionata al pittore Bernardino Gatti, detto il Soiaro la pala destinata a decorare l’altare della cappella.
Tuttavia il dipinto appena completato non venne subito posizionato sull’altare, poiché all’epoca erano in corso i lavori sul presbiterio e sulle absidi minori, per cui l’opera trovò posto in una cappella che si trovava nell’abside alla sinistra del presbiterio.
La tavola raffigura la Madonna del Rosario con san Domenico, sant’Alessandro e i devoti, mentre due angeli in volo sostengono la corona della Vergine con mazzi di rose, mentre le quindici tavolette disposte come se fossero una cornice presentano i Misteri del Rosario e l’Incoronazione della Vergine.
Verso la metà del Settecento la Madonna venne spostata presso la cappella dell’Immacolata, dove fu posizionata sullo splendido altare in marmi policromi con un riquadro al di sopra per la tavoletta dell’Incoronazione.
Col tempo la tavola si annerì a causa dei fumi di candela e torce, tanto che nel 1826 i pavesi incaricarono un maestro dell’Accademia di Brera, Agostino Comerio, di compiere un’operazione di pulitura, che terminò solo verso il febbraio 1827, a cui seguì nell’aprile dello stesso anno, lo spostamento della Madonna presso l’altare della Passione sul lato opposto del Duomo, con lo scopo di valorizzare meglio questa preziosa opera d’arte.
Al suo arrivo la pala venne posta in una grande cornice di legno dorato, dove precedentemente si trovava la Deposizione di Cristo attribuita a Carlo Sacchi, ma a causa delle sua notevoli dimensioni si procedette a aggiungere un’integrazione alla base, che consisteva in una fascia dorata suddivisa in riquadri, mentre l’Incoronazione venne appesa al centro del timpano arrotondato della cappella.
Fino agli anni Trenta l’altare con la pala rimase al suo posto, per poi essere spostato sul lato opposto della chiesa, dove vi è rimasto fino ai giorni nostri.
Recentemente la Madonna è stata oggetto di una delicata operazione di restauro condotto con il sostegno economico della Società per la Conservazione dei Monumenti dell’Arte Cristiana in Pavia, le cui origini risalgono a una antica Confraternita del Rosario, mentre il suo posto sull’altare della Passione è stata preso da una Sacra Famiglia con San Barnaba, adattata alla cornice con una profilatura lignea di contorno e una fascia sottostante con le parole “Et verbium caro factum est”.
Ora la pala sta per essere ricollocata in Duomo e magari potrebbe essere l’occasione per ripristinare l’altare del Rosario e quello della Passione come erano in origine.