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I palazzi delle grandi famiglie pavesi

 

palazzi 1Anche Pavia, come tante città italiane racconta parte della sua storia anche attraverso le  dimore di antiche famiglie nobili.

Belcredi

Il casato dei Belcredi, uno dei più antichi di Pavia, possedeva nel centro storico ben tre palazzi, di cui uno, che si trovava in Corso Carlo Alberto, oggi è andato perduto, mentre gli altri due sono situati in via Frank all’incrocio con via Teodolinda e al numero 14 di via Luigi Porta.

Anche se è stato ampiamente rimaneggiato nel corso dei secoli, ancora oggi l’edificio di Via Frank mantiene intatta la sua struttura romanica, con una facciata in cotto e le tracce evidenti di monofore con portali a tutto sesto.

Verso la fine del XV secolo venne edificato il portale di ingresso, con una cornice in cotto in stile tardo gotico, mentre all’interno lo scalone ha una balaustra barocca con eleganti trafori.

Molto più complessa è la storia del palazzo che si trova al numero 14 di via Luigi Porta, infatti venne eretto verso l’VIII secolo come palazzo nobiliare, per poi subire una riedificazione nel 1100 secondo forme molto più romaniche.

Nel 1699 i Belcredi fecero demolire parte del complesso per erigere una piazza vicino al monastero della Mostiola, di cui erano benefattori da anni.

Verso la metà dell’Ottocento il palazzo venne ceduto alla famiglia Brugnatelli che nel 1965 lo vendette.

palazzi 2Beccaria

La famiglia dei Beccaria, da cui discende lo scrittore Alessandro Manzoni, possedeva a Pavia tre palazzi, uno al numero 10 di via Alboino e l’altro in via Mantovani al numero 4, mentre del terzo, presso via Bossolaro, oggi ci rimangono solo i resti e una delle torri gentilizie. 

Originalmente dalla pianta a quadrilatero, con quattro torrette che gli davano quasi  l’aspetto di un castello, attualmente del palazzo di via Alboino ci rimangono i lati di ponente e mezzogiorno e parte di quello settentrionale, con una serie di finestroni ogivali dotati di davanzali decorati con fregi in cotto.

Sul lato meridionale vi sono i resti di una serie di affreschi quattrocenteschi attribuiti a Giovanni da Senato, mentre sotto un androne  c’e un dipinto con la scritta “Dominus defensor innocentiae”

L’edificio di via Mantovani all’esterno conserva tracce della struttura romanica, poi rimaneggiata nel XV secolo, con finestre ad arco ribassato e al piano superiore alcuni ogivali.

Nel cortile si trova un porticato dell’Amedeo, mentre a destra si possono osservare i resti di un portico di stile medievale.

In una sala interna si notano una serie di affreschi attribuibili al Foppa, che vi lavorò verso il 1483. 

palazzi 3Bottigella

La nobile dinastia dei Bottigella aveva a Pavia due palazzi, uno in corso Cavour al numero 30 e l’altro al numero 15 di corso Mazzini.

Il primo, edificato nel 1480 – 82, era originariamente delle famiglie Carminali e Beccaria, che poi lo vendettero a Baldassarre Bottigella verso la fine del Settecento.

La facciata del palazzo, forse opera del Bramante, nella parte inferiore presenta i resti di finestre in cotto con fregi in stile classico, mentre la fascia marcapiano è decorata con motivi vegetali intercalato da chimere, stemmi e imperatori.

Il piano superiore propone delle candelabre dell’Amedeo, mentre lo scalone ha una serie di sculture rinascimentali che provengono da palazzo San Tommaso.

Eretto nel 1492 – 94 per conto di Giovanni Battista Bottigella, il palazzo di Corso Mazzini ha un cortile con un elegante portone al piano terra e una loggetta al piano superiore.

All’interno, oltre a una serie di sale con stucchi e camini barocchi, vi è anche una serie di affreschi di Bernardino Lanzani.

Il palazzo è particolarmente caro ai pavesi, in quanto per anni è stato la sede dell’istituto scolastico Gandini. 

 

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