Il fascino dell’Art Brut a Casteggio
Casteggio, tra le colline dell’Oltrepò, famosa per i suoi vini e per la Collegiata che ospita anche un importante museo archeologico, nota inoltre per il suo colorato mercato domenicale, ospita anche un tuffo inaspettato nell’arte contemporanea, quella dell’Art Brut…
L’Art Brut è un termine coniato nel 1945 dall’intellettuale e artista francese Jean Dubuffet per indicare quella zona eterogena di un’arte di confine, con una creatività fuori dagli schemi che nasce da una pulsione interiore, oltre le norme estetiche convenzionali e i rigidi condizionamenti culturali.
Tutto questo porta a un’espressione artistica originale e spontanea, pura e autentica, divisa tra disagio e libertà e da qui deriva il nome di Art Brut, come una precisa scelta di storicizzazione.
L’arte, anche se povera, elementare, misera, diventa in questo modo una piccola vittoria sul caos e l'annientamento, ha la capacità di sottrarre al silenzio e alla notte movimenti ed esperienze che altrimenti rimarrebbero ignorati, come disse Fausto Petrella, che dedicò una vita alla psicanalisi.
Nell’Art Brut ci sono lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri e autentici, opere realizzate da non professionisti, autodidatti, psicotici, persone completamente digiune di cultura artistica, che sono poi confluiti, nel borgo pavese di Casteggio, in un centro per l'esposizione, lo studio e la diffusione di questa espressione artistica.
Si è concretizzata nel 2018, infatti, la fusione tra le collezioni di Bianca Tosarti, critica d'arte e massima esperta di questo tema, e di Fabio & Leo Cei, che sono il nucleo permanente della Casa dell'Art Brut, ospitata dalle Fondazione Bussolera Branca, a Casteggio.
La Collezione Fabio & Leo Cei, tra le più importanti in Italia, oggi raccoglie nel suo nucleo originario artisti di rilievo internazionale e di fondamentale importanza nella storia dell’Art Brut.
A partire dal 2017, la Collezione si è arricchita grazie all’acquisizione del Fondo di Bianca Tosatti, con più di 30.000 opere provenienti da tutto il mondo, rappresentando una straordinaria ricchezza e un punto di riferimento imprescindibile per lo studio e la divulgazione dell’Art Brut in Italia.
Attraverso la conservazione, la documentazione, lo studio e l’esposizione della numerosa ed eterogena collezione, la Casa dell’Art Brut è un punto di riferimento per studiosi, ricercatori e appassionati, con una biblioteca e uno spazio per le mostre temporanee e di sale per la didattica, per le performance e per i convegni.
I disegni di Walla e Tschirtner, le opere di Tarcisio Merati, e i lavori ricchi di vita e movimento intitolate macchinette, e le figure arcaiche di Francesco Motolese sono opere spesso sconosciute al grande pubblico, che sono però parte della storia dell'arte moderna.
Davvero un museo particolare, che racconta una parte poco conosciuta e da scoprire dell’arte della seconda metà del Novecento.