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Il castello di Zerbo

zerbo castello foto paolaZerbo, ai confini della provincia di Pavia, dopo San Zenone al Po, offre una sorpresa, un castello che per coloro che, attraversando la via principale arrivano ai margini dell’abitato, quasi appare all’improvviso.

Tipologicamente il complesso presenta un impianto a U che ricorda quello dei castelli rurali dell'area pavese nei quali è preannunciato lo sviluppo successivo della villa, come Celpenchio di Cozzo e Valle Salimbene.

La sua posizione dominante, nel punto più alto dell'abitato, in asse con la strada principale, di cui costituisce il fondale, avvalora l'ipotesi di una presenza castellana, in funzione della quale si è strutturato l'intero paese.

L'attuale edificio è un palazzotto, risalente al XVIII secolo, sorto probabilmente sul luogo di un preesistente castello.

I caratteri dell'architettura sono tipicamente settecenteschi, espressi in modo particolare dall'antistante muro di cinta convesso, a profilo ondulato. l’insieme appare maestoso e scenografico.

Ai lati si notano ancora edifici antichi, probabilmente fortificati; sul muro di uno di questi è dipinto lo stemma della famiglia Roverselli.

Dietro il palazzo vi sono abitazioni note col nome di Colombarone, dalle colombaie, un tempo molto diffuse, fra le quali si trovano una torre riadattata in cui si intravede la sagoma di una finestra rinascimentale e resti di quella che, presumibilmente, fu la rocca medioevale.

Come per molti altri paesi e località con nome simile, il nome di Zerbo deriva dal lombardo Zerb, cioè acerbo e indica quindi terra incolta.

L’insediamento ebbe origine, così come quello della frazione Torre Selvatica, da fortificazioni erette sulla riva sinistra del Po ai tempi delle prime rivalità tra pavesi e piacentini, che spesso si scontrarono lungo il fiume.

Nei documenti è chiamato Gerbo, Gerbi, Villa Gerbidi e risulta un possedimento di Corte Olona, sede regale longobarda, e del monastero di Santa Agata in Pavia, uno dei primi nella Lombardia cristiana, fondato nel 672 dal re Bertarido.

In un documento dell’8 giugno 1187 papa Urbano III conferma a Sjbilia, badessa di Santa Agata, alcuni beni, tra cui Jerbu, con due cappelle, una di San Martino, l’altra di San Donnino.

Nell’anno 1181 Gerbo paga per fodro e giogatico 140 soldi e questo rivela una certa importanza dell’abitato e nel 1374 Zerbo e Torre Selvatica appartengono al Vicariato di San Colombiano, nel XV secolo al Vicariato di Belgioioso, infeudato a casa d’Este, nel 1500 alla nobile famiglia Lucini.

Il castello nei primi tempi fu proprietà di una famiglia decurionale pavese di parte guelfa, Pavaro o Paveri e nel 1453 passò ai Bracazoli, che lo ripararono dopo le battaglie dei Beccarla contro i Visconti.

Con diploma del re Carlo II di Spagna del 7 aprile 1683, il signore di Zerbo e Torre Selvatica divenne il marchese Pio Ghislieri – Ajzaga – Malaspina, decurione di Pavia.

Nel 1749 i Ghislieri cercarono di separare le due comunità di Zerbo e Torre Selvatica e nel 1771 il feudo fu trasferito dai Ghislieri ai conti Gallarati-Scotti.

Durante le varie e ripetute guerre, questa zona, situata sulle rive del Po, fu più volte attraversata da truppe, nel 1746 abbiamo notizia di un saccheggio di Zerbo per mano dei franco-spagnoli.

E’ davvero interessante e spesso sorprendente scoprire tanta storia nascosta negli angoli di questa laboriosa provincia di Pavia.

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