Chiesa dei Santi Marziano e Martino a Mede
All’ombra del più alto campanile della Lomellina, si può ammirare la chiesa parrocchiale di Mede, dedicata ai Santi Marziano e Martino.
Le origini della chiesa di San Marziano, una delle più interessanti della Lomellina, risalgono al XI secolo, quando i signori di Mede decisero di far erigere una nuova parrocchiale consacrata al protettore del paese, San Marziano Vescovo di Tortona.
Con il passar degli anni, la parrocchia divenne il punto di riferimento degli abitanti di Mede e dei suoi rioni, al punto che, verso gli inizi del Quattrocento, comprendeva anche le parrocchie di San Romerio di Castellaro e di San Giovanni Battista di Tortorolo, oltre alla chiesetta di San Martino, che si trovava a pochi passi dalla piazza.
L’attuale aspetto della chiesa fu stabilito solo alla fine del Trecento, come testimonia la data, incisa su una delle fondamenta.
Nel 1460 la diocesi fu visitata dal Vescovo di Pavia, che la ricordò negli appunti della sua relazione scritti il 22 ottobre di quello stesso anno.
Verso la seconda metà del XV secolo, i Conti di Mede decisero di ristrutturare radicalmente la vecchia chiesa, che ormai versava in un grave stato d’incuria.
Nel 1613 una delegazione di medesi ricevette dal vescovo di Tortona una reliquia di San Marziano, che ancora oggi viene conservata in un reliquario che si trova in un armadio a muro della chiesa di Mede.
Quando nel Settecento la chiesa di San Martino, a causa dell’incuria, crollò improvvisamente, venne deciso di associare Martino, il leggendario vescovo di Tours, alla chiesa parrocchiale di San Marziano.
Verso la prima metà dell’Ottocento un terremoto costrinse i medesi a un restauro completo della chiesa, mentre nel 1835 i fratelli Maggi di Sannazzaro affrescarono completamente gli interni dell’edificio.
Con l’arrivo di Don Siro Damiani, nel 1884 la chiesa vide la sua facciata completamente rifatta in uno stile molto più sobrio e severo rispetto a quello degli anni passati, mentre nel 1904 il sacerdote ebbe la soddisfazione di vedere completato il nuovo campanile, ancora oggi il più alto della Lomellina e modellato sullo stile di quello collocato in San Marco a Venezia.
Gli ultimi lavori avvennero nel 1929, quando il nuovo parroco don Enrico Cantone fece ideare dal notissimo pittore medese Ferdinando Bialetti, sulla parete di fondo dell’abside, una serie di mosaici con scene della vita delle pie donne legate a Gesù.
All’interno della chiesa, con una pianta a tre navate in stile gotico, ci sono moltissime opere d’arte nascoste che valgono una visita attenta.
Su una parete dell’ex cappella di Sant’Antonio troviamo un affresco raffigurante San Marziano, mentre a fianco un olio su tela raffigurante la Fuga In Egitto, mentre nella cappella settecentesca del Santissimo Sacramento vi è un affresco con la Madonna della Pace e San Martino.
Invece nella barocca cappella del Santo Rosario troneggia un altare di marmo nero, con due tele che raffigurano Giuditta e Oloferne e la Regina Ester, mentre nella navata di destra troviamo la cappella dell’Immacolata, con un altare barocco e una elegante cupola ottagonale.
Dal presbiterio si arriva all’altare maggiore, che è disposto su tre livelli ed è sormontato da un grande crocefisso, mentre al di sotto vi sono gli stemmi dei Conti di Mede e un catino absidale diviso in cinque spicchi e decorato con i preziosi mosaici di Bialetti.