Arsenale Militare di Pavia
L’Arsenale di Pavia, un edificio con una storia che parte dal giovane regno d’Italia e si snoda, attraversando due secoli e molti nomi, fino ad oggi, quando diventa l’oggetto di molti progetti di recupero.
L’Arsenale Militare di Pavia, oggi abbandonato, venne edificato in un’area che fu espropriata e destinata a uso militare nel 1862, un anno dopo la proclamazione del Regno d’Italia.
La scelta del luogo è sicuramente legata alla presenza, non molto distante, della caserma San Salvatore o Caserma Rossani, collocata nell’edificio dell’antica basilica e dei suoi due chiostri, che dal 1859 furono la sede del Reggimento Pontieri, una circostanza che consentiva una migliore sorveglianza del nuovo complesso.
Il 1 aprile 1861 vennero presentati il 9° Reggimento Artiglieri Pontieri e la Direzione d’Artiglieria delle Officine Pontieri, collocati nella caserma di San Salvatore, allora ceduta, proprio nello stesso periodo dal comune di Pavia al Governo per usi militari.
Nel 1874, le Officine Pontieri di Pavia divennero la Direzione dell’Officina del Primo Reggimento Genio e cominciarono la costruzione e la trasformazione di altri materiali, oltre a quelli usati per i ponti.
Gli edifici oggi visibili nell’area dell’Arsenale risalgono in gran parte agli anni tra il 1865 e la fine dell’Ottocento e vennero realizzati tramite progetti differenti che seguivano però la medesima impostazione iniziale, caratterizzata da murature a vista e coperture in legno di buona fattura.
Tra il 1890 e il 1910 la struttura, denominata Officina Costruzioni del Genio Militare, non ebbe ampliamenti di rilievo ma, durante la Grande Guerra, il numero degli operai arrivò a 1200, allo scopo di far fronte alle necessità belliche.
Sotto il fascismo, tra il 1934 e il 1937 l’Officina venne ampliata e arrivò a una superficie di 75.000 mq. di cui 25.000 erano coperti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i dipendenti dell’Arsenale di Pavia arrivarono a circa 2.000 unità, tutte occupate nella produzione di beni e strumenti di supporto logistico, dai ponti di barche alle cucine da campo, ma non di armi o esplosivi.
Alla nascita della Repubblica di Salò, la denominazione dell’Arsenale divenne quella di 1° Stabilimento Genio Militare che cambiò nell’aprile del 1945 in 22a Officina Riparazioni del Genio.
Il Decreto Ministeriale del 23 dicembre 1977 mutò nuovamente la denominazione dell’Arsenale di Pavia in quella di Stabilimento Genio Militare, che lo accompagnò nel suo lungo declino, fino alla definitiva chiusura nel giugno del 2010.
Alla fine del dicembre 2014, il Demanio Militare decise che l’Arsenale di Pavia era non più di suo interesse, per poi cederlo nel 2015 al Demanio Civile.