Teatro Fraschini: piccolo gioiello
Verso la metà del Settecento quattro patrizi pavesi, il conte Francesco Gambarana, il marchese Luigi Bellingeri Provera, il marchese Pio Bellisomi e il conte Giuseppe Giorgi di Vistarino promossero l’edificazione di un nuovo teatro a Pavia.
I lavori iniziarono nell'estate 1771 e terminarono nel 1773 e la solenne inaugurazione si tenne il 24 maggio di quello stesso anno con il melodramma “Il Demetrio”.
Nelle prime stagioni venivano rappresentate solitamente opere buffe, balletti e commedie in maschera, mentre nell’Ottocento ci furono la Stagione di Carnevale, la Stagione di primavera e una serie di spettacoli durante la Fiera di San Agostino ad agosto.
Il teatro venne ceduto nel 1868 al Comune di Pavia, che lo dedicò al notissimo tenore pavese Gaetano Fraschini.
Nel Novecento il teatro ospitò spettacoli di prosa con i più grandi capocomici dell’epoca, come Renzo Ricci e Cesco Baseggio, mentre nel dopoguerra grandi divi del calibro di Vittorio Gassman e Dario Fo con molti altri artisti hanno recitato sulle tavole di questo palcoscenico.
Il progetto del teatro fu ideato da Antonio Galli Bibbiena, che fu anche l’autore dei teatri comunali di Bologna e Reggio Emilia.
La grande sala del teatro ha una forma simile a quella di un ferro di cavallo, secondo il gusto tipico dell’epoca..
Sopra un porticato terreno di tipo toscano, vi sono quattro serie di palchi, che seguono l’ordine dorico, ionico, corinzio e attico, sovrastati da una galleria.
Il grande soffitto ligneo ospitava un pregevole dipinto settecentesco del pittore pavese Savoia, rifatto poi nel 1904 dal milanese Bignami, mentre due grandi statue ai lati del proscenio, opera dello scultore pavese Forabosco, simboleggiano la Musica e la Poesia.
Rimasto miracolosamente intatto nella struttura fino dalle origini, il Teatro rischiò nel 1904 alcune modifiche sostanziali che ne avrebbero snaturato il fascino e lo stile; infatti il progetto dell’architetto Coliva prevedeva di realizzare due gallerie e innalzare la copertura con lo scopo di ampliare la capienza.
Ma nel novecento gli interventi riguardarono solamente l’atrio principale, la sala del ridotto, l’ampliamento del palcoscenico e una serie di nuovi impianti elettrici.
Il restauro più sostanziale che coinvolse tutto l’edificio fu quello che venne attuato dopo la chiusura nel 1985 e che si protrasse fino al 1994.