La chiesa di San Giorgio ad Albairate
Maestosa, con la sua austera facciata a mattoni rossi, la chiesa di San Giorgio, nel piccolo borgo di Albairate, vicino ad Abbiategrasso, ha una storia tutta da scoprire….
La chiesa precedente, che era consacrata a San Giorgio, risaliva al XVI secolo e venne a sua volta edificata su un preesistente edificio di culto dell'epoca longobarda.
Successivamente il complesso venne riedificato tra il 1937 e il 1938 per volontà del parroco don Benedetto Bonati, su un progetto dell'architetto milanese Giovanni Maggi, noto per il progetto della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo di Milano, una chiesa che ha in comune con questa una struttura in mattoni rossi e le forme neoromaniche, oltre alla sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano, oggi nota per l'attentato del 12 dicembre 1969.
L'elemento di maggior evidenza della chiesa è la sua struttura in mattoni rossi che domina il centro di Albairate, oggi considerata un interessante esempio di architettura sacra degli anni Trenta.
In quegli anni per l’architetto Maggi non c’era solo la corrente del tardo eclettismo neoromanico, ma esisteva anche lo stile Novecento, come risulta dal suo lavoro all'imponente banca milanese, che unisce l'austera architettura novecentista alle esigenze della chiesa negli anni successivi ai Patti Lateranensi.
Il recupero della tradizione costruttiva lombarda, con il mattone, unita a forme più moderne, simboleggiava così l’idea di recuperare una religiosità tutta contadina, ma unita alle idee della società moderna.
Cosi se la chiesa dei Santi Nereo e Achilleo a Milano è un omaggio alla basilica di San Ambrogio, questa di Albairate lo è alle grandi pievi campestri, con la pianta a tre navate, un transetto e l’abside terminale, tutte forme neoromaniche, come raccontano i decori della facciata, le colonne, le volte, ma la facciata tutta nello stile Novecento, strutturata in sezioni regolari, con finestre ad arco e porte rettangolari ritagliati nella cortina muraria senza alcun elemento decorativo, che qui si unisce al necessario richiamo alla storia cristiana.
All’interno dell’edificio ci sono alcuni arredi dell'antica chiesa, come una statua della Vergine col Bambino del XVII secolo e un confessionale settecentesco, mentre sono da vedere il ciborio, che riprende quello di San Ambrogio a Milano, e gli affreschi di Antonio Martinotti, che sono un omaggio al lavoro di Beato Angelico e all’arte paleocristiana, sempre secondo l’idea della tradizione unita alla severità dell’arte novecentesca.