I grandi musei: Museo dei presepio di Dalmine
Una meta davvero interessante per una gita fuori porta non molto lontana, soprattutto in questo periodo dell’anno…
Fondato nel 1974 da Don Giacomo Piazzoli, primo parroco di Brembo, una grande collezionista e presepista, il Museo del Presepio di Dalmine, in provincia di Bergamo, raccoglie una raccolta unica al mondo che ruota attorno al tema della natività.
Don Giacomo Piazzoli nacque a Bergamo il 26 gennaio 1920 da una famiglia bergamasca di umili origini, dove ricevette una solida educazione cristiana; ordinato sacerdote nel 1947, fu inviato dal Vescovo Bernareggi in un nuovo quartiere che stava nascendo non lontano dal grande insediamento industriale della Dalmine, Brembo. Il giovane parroco, con la sua inventiva e il suo carattere dinamico, divenne sotto molti aspetti il principale artefice della creazione di Brembo
Appassionato di presepi e di presepistica, nella nuova parrocchia Don Giacomo trasmise il suo grande amore e il desiderio di divulgazione del presepio e del Natale.
Dalla metà degli anni Cinquanta furono avviate le prime iniziative, dal presepio in chiesa, oltre a un intenso lavoro educativo e pastorale che portò, soprattutto i giovani, ad avvicinarsi all’amore per Gesù bambino e il presepio.
Nel 1965 fece il suo ingresso nell’Associazione Italiana Amici del Presepio, entrando in contatto con il fondatore Angelo Stefanucci e iniziò una febbrile attività, fondando nel 1966 la Sezione AIAP di Brembo e facendosi promotore con la Sezione di corsi, mostre, concorsi, raduni e molte altre iniziative.
Dotato di grande manualità e di grandi doti artistiche, Don Giacomo fu anche un apprezzato costruttore di presepi, mettendo a frutto l’esperienza di intaglio e intarsio acquisita in gioventù in decine di diorami, presepi aperti, mini presepi, scenografie e figure.
Appassionato ricercatore, approfondì diversi aspetti storici legati al presepio e ai suoi personaggi, con una particolare predilezione per gli studi sulla Terra Santa e avviò le prime ricerche sulle tradizioni presepistiche bergamasche.
Da sempre con l’obiettivo di una maggiore diffusione del presepio, utilizzando tutti i metodi e tutti i canali possibili, Don Giacomo fu negli anni un instancabile comunicatore, si approcciò alla radio e alla televisione, con numerose interviste, documentari e apparizioni televisive fino alla partecipazione, nel 1980, alla trasmissione Rai Portobello, condotta da Enzo Tortora.
Tutto questo senza tralasciare i media più tradizionali, con una ricca promozione su quotidiani e riviste, la pubblicazione di opuscoli e volumi didattici a carattere presepistico.
Organizzò conferenze, pubblica contributi in Italia e all’estero e, attraverso il Museo del Presepio, coltivò i contatti con appassionati e presepisti incontrando centinaia di visitatori.
Nel 1976 al Congresso Internazionale UnFoPrae di San Sebastian (Spagna) fu insignito con la massima onorificenza in campo presepistico a livello mondiale per il suo impegno.
Don Giacomo morì il 1 giugno 1988 e sulla sua tomba c’è l’epitaffio Primo parroco di Brembo e Presepista a ricordo di una vita dedicata al presepio.
Il percorso del museo si articola su due piani e ospita oltre 500 presepi differenti per epoca, provenienza, dimensione e materiale.
La visita inizia al primo piano, dove si possono ammirare i presepi Napoletani del Settecento, secolo d’oro del presepio artistico, come una realizzazione del presepista Antonio Greco, un vero e proprio scoglio napoletano di oltre 20 metri quadrati con più di 130 statue a comporre tre grandi scene e numerose piccole scenette di vita quotidiana.
Entrando a sinistra c’è un grandioso presepio ad ambientazione biblica con una ricostruzione del censimento legato alla nascita di Cristo.
Un posto di rilievo nella collezione è occupato dal presepio bergamasco, infatti al Museo del presepio è possibile ammirare la ricostruzione di una bottega per la realizzazione di figure in gesso esistita a Bergamo alla fine dell’Ottocento.
Accanto agli esemplari antichi ci sono opere d’arte presepiale contemporanea a testimonianza della diffusione, ancora attuale, di quest’arte antica, come quelle delle scuole siciliane, pugliesi, sarde, liguri e trentine.
La collezione comprende anche presepi che provengono dai cinque continenti, frutto dell’artigianato di diversi paesi del mondo.
Al piano inferiore ci sono i diorami di presepisti come Antonio Pigozzi, Pierluigi Bombelli e Umberto Palazzo, con statue di figurinai come Giuseppe Criscione e di Raffaele De Angeli.
Di grande rilevanza storica è un prezioso presepio in gesso del Settecento opera dello scultore genovese Garaventa, che presenta anche la figura del committente in preghiera.
La visita termina con la drammatizzazione della storia sacra attraverso il presepio didattico-elettronico, che racconta i diversi episodi biblici con preziosi diorami con statue di cartapesta di Antonio Mazzeo.
Presso il Museo del Presepio c’è anche una biblioteca specializzata, un vasto archivio, una raccolta di rari presepi di carta, di francobolli, d’immagini sacre, di cartoline e di musiche, sempre inerente al Natale e al presepio, alle sue tradizioni, alla sua storia, ai suoi usi e costumi.
Al termine della visita, un ricco bookshop soddisfa la curiosità di appassionati presepisti o semplici curiosi con ogni genere di oggetto per costruire o arricchire il presepio.
Orari: Tutti i giorni dalle 14.30 alle 18. Festivi dalle 9.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 19.