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L'arte è emozione: Natività Piero della Francesca

  • Paola Montonati

nativita francesca 1Oggi conservata al National Gallery di Londra, la Natività di Piero della Francesca è nota per l’utilizzo di colori abbastanza spenti, sicuramente dovuti alla forte influenza della pittura fiamminga, che caratterizzò soprattutto l’ultimo periodo di produzione del pittore toscano.

Al centro della scena si trova la Vergine Maria in atteggiamento di preghiera verso il Bambino, sdraiato su una parte del mantello azzurro della madre, sullo sfondo un gruppo di cinque angeli musicisti, che intonano un canto di lode al Salvatore.

Sulla destra, proprio accanto alla Vergine, c’è San Giuseppe, che indossa una veste molto scura con un mantello rosso chiaro, seduto con le gambe accavallate, mentre colloquia con altri due pastori subito dietro di lui, di cui quello più a sinistra tende la mano verso il cielo, quasi incredulo, facendo capire la provenienza di Gesù dal cielo.

Alle spalle del gruppo di angeli, si trovano l’asino e il bue: mentre il secondo è molto quieto, l’asino sta ragliando a causa dei musicanti, con il muso rivolto verso il cielo, con un movimento speculare a quello del pastore con la mano verso il cielo.

Spostando lo sguardo ancora più in alto, si nota all’estrema sinistra della tettoia una gazza, che simbolicamente rappresenta l’oscuro presagio della crocifissione di Cristo e della sua morte.

Piero della Francesca dona una grande armonia alla scena, collegando attraverso i gesti tutti i personaggi presenti nell’opera, inoltre in secondo piano, sulla sinistra, si trova un paesaggio naturale, mentre dietro ai due pastori sulla destra è rappresentato uno scorcio urbano, che i critici hanno identificato come Borgo San Sepolcro.

I colori utilizzati sulla tavola sono abbastanza spenti, tranne che per il rosso e il blu intenso utilizzati per rappresentare il vestito della Vergine, che si fa notare rispetto al resto della scena.

L’autore

nativita francesca 2Piero della Francesca nacque a Borgo San Sepolcro nel 1415 e si formò a Firenze con Domenico Veneziano con il quale collaborò per gli affreschi perduti del coro di San Egidio.

Le sue caratteristiche principali sono una struttura prospettica rigorosissima, la perfezione dei volumi geometrici e la rappresentazione di figure grandiose immerse in un'atmosfera dalla luminosità diffusa, sottile quasi astratta che mantiene i personaggi come sospesi nel tempo.

Nel 1442 Piero tornò a Borgo San Sepolcro, dove gli venne commissionato dalla confraternita della Misericordia un polittico che doveva essere consegnato entro tre anni, ma il pittore ne impiegò quindici.

Il Polittico della Misericordia è composto da ventitre scomparti che mostrano l'influenza donatelliana, mentre la pala posta a coronamento del polittico è di chiara ascendenza masaccesca.

Contemporaneamente ai primi pannelli di questo polittico Piero lavorò al Battesimo di Cristo, che oggi si trova a Londra alla National Gallery, dove la trasparenza dell'atmosfera, la chiara luminosità del paesaggio rievocano le opere di Domenico Veneziano e del Beato Angelico.

Intorno al 1451 il pittore si recò a Rimini, dove collaborò al Tempio Malatestiano con l'affresco votivo col ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Un anno dopo, alla morte di Bicci di Lorenzo, Piero fu chiamato dalla famiglia Bacci per terminare la decorazione ad affresco del coro di San Francesco ad Arezzo rappresentante la Leggenda della vera Croce.

Tra le opere più importanti del pittore c'è anche una tavoletta rappresentante la Flagellazione eseguita negli anni tra il 1455 e il 1460 a Urbino.

Una malattia agli occhi costrinse Piero a lasciare la pittura e ad applicarsi negli studi della prospettiva, che lo condussero a scrivere il De prospectiva pingendi dove insegnava ai pittori i segreti della prospettiva e il libretto De quinque corporibus regularibus.

Piero della Francesca morì il 12 ottobre 1492, lo stesso giorno in cui Cristoforo Colombo scoprì l’America. 

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