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Grandi marchi italiani: Fiasconaro Panettoni dalla Sicilia

  • Paola Montonati

fiasconaro 1La pasticceria siciliana Fiasconaro, nella cittadina di Castelbuono tra le Madonie, aprì nel 1963, grazie al nonno degli attuali titolari dell'azienda, Fausto, Martino e Nicola Fiasconaro, che gestiva un piccolo laboratorio artigianale.

Dopo che il padre dei tre fratelli rilevò l’attività, i tre fratelli fin da bambini, nel tempo libero, entrarono subito in contatto con il laboratorio artigianale di allora e ben presto impararono il mestiere di pasticceri.

Con l'esperienza maturata negli anni e l'innovazione apportata dagli stessi, ben presto la Fiasconaro è stata riconosciuta come l'apripista nel settore delle pasticcerie artigianali.

Il segreto del suo successo sta proprio nel non aver mai ceduto la pasticceria di qualità fatta di prodotti tradizionali alle richieste della grande produzione organizzata, rimanendo così con gli anni sempre una piccola azienda che opera nel segno della qualità.

Addirittura i prodotti Fiasconaro hanno varcato i confini dell'atmosfera, infatti, la Nasa, dopo averli sottoposti a test microbiologici, li ha giudicati eccellenti per le missioni nello spazio.

Non sono mancati di sicuro i riconoscimenti, sia nazionali che internazionali, che hanno permesso alla piccola azienda di Castelbuono di rafforzare il suo marchio in mercati nuovi incrementando così la sua dimensione produttiva e rinnovarsi in maniera tradizionale.

fiasconaro 2L'ultimo premio in ordine cronologico è stato quello delle 3 Stelle al Panettone Nero Sublime, cioè il massimo riconoscimento riconosciuto alla rassegna di Bruxelles, con una giuria composta da ben 120 chef e sommelier europei stellati, chiamati a degustare alla cieca cibi e bevande, suddivisi per categorie.

Il Panettone Nero Sublime di Fiasconaro ha ottenuto il 90,7% di preferenze e annovera scaglie di cioccolato di Modica e Fragoline di Ribera, materie prime di alta qualità attentamente selezionate e provenienti solo dalla Sicilia.

Adesso, nei giorni che precedono il Natale, a Castelbuono si sfornano fino a 7 mila panettoni al giorno e ogni sera il rito magico di questa pallina di acqua e farina si ripete alle 8.

La lievitazione inizia con la pasta madre, con un procedimento che si mantiene uguale a se stesso, e che esige abilità, attenzione e, soprattutto, non vuole additivi chimici e conservanti.

“È un gioco di maglie glutiniche” spiega Nicola “di farine particolari che devono, diciamo così, ingerire e assorbire burro di panna, zucchero, miele, canditi e altri ingredienti che scegliamo nei vari gusti del panettone. Terminato l’impasto, la lievitazione dura per altre dieci ore in una camera di controllo. Poi si passa alla cottura e all’evaporazione, visto che il panettone contiene una grossa quantità di liquidi per via degli zuccheri e dei grassi presenti nell’impasto”.

Per evitare che si afflosci è stato creato un carrello a 360 gradi che riesce a capovolgere il panettone senza fare perdere consistenza al lievitato, realizzato insieme a un artigiano locale e già brevettato.

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