Cento anni di Motta, simbolo del Natale milanese
Sono passati cento anni da quando, in una pasticceria di Milano, Angelo Motta sfornò il primo panettone, l’inizio di quella che sarebbe diventata una grande azienda…
Nato a Gessate l’8 settembre 1890, Angelo Motta iniziò lavorare giovanissimo in un panificio di Treviglio e si trasferì a Milano all’inizio del Novecento per terminare l’apprendistato.
Alla vigilia della Grande Guerra venne promosso capo pasticciere e, dopo la fine del conflitto, decise di avviare un’attività imprenditoriale in proprio grazie a un capitale d’avvio formato dal premio di smobilitazione di 700 lire e ai risparmi della madre, affittando i locali in via della Chiusa a Milano, costituendo nel 1919 una ditta artigiana individuale a suo nome.
Nel laboratorio Angelo iniziò a confezionare il dolce tipico milanese, il panettone, tradizionalmente consumato nelle festività natalizie partendo da una semplice ricetta base, cui aggiunse lievito di birra, ottenendo un prodotto soffice e leggero.
In seguito Motta, nel 1929, aprì un punto vendita in piazza Lima e avviò una serie d’iniziative pubblicitarie per distinguere la sua produzione da quella di altri artigiani cittadini, firmandola con l’iniziale del suo cognome, una M che richiamava la città di Milano.
Il balzo verso la dimensione industriale avvenne alla fine del 1930, con la costituzione della società Dolciaria, che aveva un capitale sociale di 1,5 milioni, un primo stabilimento in viale Corsica e Motta come consigliere delegato, azionista di maggioranza e responsabile della produzione, della quale si occupava nel dettaglio, giungendo a curare personalmente le modifiche ai macchinari utilizzati.
La Dolciaria fu la prima, vera esperienza industriale di Motta, ormai inserito nei circuiti economici del capoluogo e proprietario di numerose pasticcerie, riforniti dal nuovo stabilimento di viale Corsica.
Poco tempo dopo l’assemblea della Dolciaria del 15 giugno 1937 approvò l’assorbimento della nuova Motta panettoni, di cui assunse anche la denominazione sociale, con un consiglio d’amministrazione, presieduto da Motta e da un manager, Alberto Ferrante, amico del pasticciere sin dai primi anni alla Dolciaria.
Alla fine degli anni Trenta l’azienda aveva circa 2000 lavoratori e Motta assunse quindi la gestione degli aspetti produttivi, lasciando a Ferrante la gestione amministrativa e al designer Dino Villani la cura dell’immagine.
La guerra e il crollo del regime fascista non fermarono l’espansione territoriale dell’impresa, infatti, tra il 1943 e il 1944 furono aperti altri punti vendita in vari capoluoghi lombardi e alla fine del conflitto mondiale la Motta aveva un utile di più del 5% su un fatturato di 56 milioni di lire.
Motta ha ormai oltrepassato il punto di non ritorno nella direzione di un’industrializzazione delle Finito il conflitto Motta puntò alla produzione di gelati confezionati, con il Mottarello, il gelato da passeggio, consumato su di un bastoncino, uno dei simboli del miracolo economico, oltre ai panettoni, colombe e una merendina destinata a enorme fortuna, il Buondì.
Nel 1954 venne stipulato un accordo con la statunitense National Biscuit Company (Nabisco) per la produzione su licenza esclusiva e la vendita per l’Europa e i paesi del Mediterraneo di cracker e altri prodotti da forno e fu inaugurato un nuovo stabilimento per la produzione di gelati, realizzato a Napoli dalla controllata Motta Sud, mentre l’anno successivo ci fu il primo investimento diretto all’estero con la costituzione della Motta Perù, destinata a produrre e distribuire in Sudamerica.
Alla morte del fondatore, avvenuta a Milano il 26 dicembre 1957, l’azienda milanese era diventata un gruppo industriale di tutto rispetto, articolato in consociate, partecipate e controllate.
Negli anni Settanta la Motta fu venduta alla SME, la società finanziaria del settore agro-alimentare del gruppo IRI, con Alemagna, formando nel 1975 l'Unidal (Unione industrie dolciarie e alimentari), che in seguito divenne Sidalm (Società industrie dolciarie alimentari milanesi), poi incorporata in Alivar nel 1986, e infine, nel 1990, nel Gruppo Dolciario Italiano, tutte società del gruppo SME.
Nel 1993, l'IRI, per la privatizzazione di alcune divisioni da parte dello stato, vendette i marchi Gelati Motta, Antica Gelateria del Corso e La Valle degli Orti e quelli del Gruppo Dolciario Italiano alla multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlé, che ha provveduto negli ultimi anni a creare una maggior diversificazione dei marchi.