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Voghera Piera Radicello presenta Camera 18

  • Paola Montonati

camera luca 1Sabato 20 maggio, alle 16,30, a Voghera, presso il Museo Storico Giuseppe  Beccari in via Gramsci, Piera e Lorenzo Radicello in Quanta luce, in quella camera! presentano il libro Camera 18, edito da Edizioni Insieme.

Il libro, che ha lo scopo di sostenere la ricerca contro le leucemie, è la storia della malattia, con anche alcuni episodi di vita, di Luca Bassi, un giovane psicologo di Torrazza Coste, scomparso nel 2011 per le conseguenze di un linfoma.

Un ragazzo che ha lasciato in chi l’ha conosciuto un ricordo indelebile, pur segnato dalla malattia e della sofferenza ha cercato di avere sempre un sorriso e una parola per chi lo incontrava.

Ho conosciuto mamma Piera e l’ultima volta, in occasione della Pasqua, mi aveva parlato di questa sua nuova “impresa” confidandomi: "Io non sono capace di scrivere, ma Luca mi sta aiutando”.

Il racconto di mamma Piera, scritto esclusivamente col cuore, ma anche di papà Lorenzo e dei tanti familiari e amici è una lunga e coinvolgente testimonianza, corredata da efficaci immagini.

Tutte queste persone sono parte integrante dell’associazione Luca per non perdersi nel tempo, fondata da Piera e Lorenzo, per tenere viva la memoria di Luca e promuovere una serie di attività in favore di PAVIAIL, la sezione pavese dell’Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma.

Il nome dell’assocazione deriva da questo piccolo, ma prezioso, aneddoto che ben fotografa Luca e la sua voglia di vivere “Siamo in Ematologia a Pavia, la camera è la n. 18. Una mattina buia e uggiosa, Luca mi chiede la cena anziché la colazione. Io rispondo (con tanta angoscia, perché penso che la situazione vada degenerando): “Luca, adesso è ora di colazione, non di cena”.
Lui rimane un attimo perplesso e poi mi chiede di spegnere la luce. Si gira con una  fatica folle verso la finestra, vede il tempo buio e dice: “ Allora ci sta che io possa  essermi confuso tra mattina e sera”. Arriva più tardi un’amica medico che è anche
docente universitaria a Pavia e Luca le dice: “ Sai, Jenny, quando sarò guarito, voglio senz’altro realizzare tre desideri: per primo faremo una lezione universitaria  insieme”. Lei risponde: “ Va bene, Luca, su che cosa?” E lui: “ Sulla psicologia dei 
malati in lungodegenza in questo reparto. Come seconda cosa voglio fare delle  offerte all’Ematologia di Pavia per la ricerca, ma proprio a questa Ematologia di Pavia; come terza cosa desidero realizzare degli orologi da polso da regalare a tutti i
pazienti che vengono ricoverati in questo reparto con scritto “ DA LUCA PER NON PERDERSI NEL TEMPO”, perché quando sei ricoverato qui a lungo, dopo un po’ tu non capisci neanche più se è mattina o sera, non ti rendi più conto e non t’interessa più nulla del susseguirsi dei giorni e invece non bisogna mai “perdersi nel tempo”. 
Occorre lottare minuto per minuto, devi guardare l’ora, fare progetti, voler vivere,  fare programmi per il tuo futuro e questo devi farlo sia quando sei malato che quando stai bene. Il tempo deve essere la cosa più preziosa che hai, non va sprecato
mai in nessun momento”….”.

Sostenere la ricerca scientifica è cruciale per la cura dei linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin, come ha spesso ricordato il professor Paolo Bernasconi, che ha conosciuto Luca nel corso della lunga degenza presso la camera 18 del reparto di Ematologia del Policlinico San Matteo in Pavia, dove quel ragazzo ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore e nell’anima di chi lo ha conosciuto e incontrato prima della sua partenza. 

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