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Pavia Regine e Re longobardi

  • Paola Montonati

re e regine longobardi 1Dal 14 settembre al 28 ottobre, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia, si terrà la mostra Regine e Re longobardi, che farà parte delle manifestazioni dedicate ai Longobardi che animeranno l'autunno pavese.

Sarà un'esposizione realizzata prevalentemente con i materiali della Biblioteca, tra manoscritti, libri, stampe e disegni, sulla fortuna critica dei sovrani longobardi, con una particolare attenzione all'ambito pavese.

A partire dalla Storia dei Longobardi di Paolo Diacono, di cui verrà esposta la copia in facsimile del manoscritto di Cividale XXVIII, donata dall'Editore CAPSA Ars Scriptoria alla Biblioteca, storia e leggenda si confondono tra di loro nelle vicende di questo popolo, con grande spazio per le figure femminili.

Dallo studio del diritto longobardo si sa che, anche se la donna aveva un ruolo giuridicamente marginale, essendo sottoposta alla tutela maschile, l'albero genealogico dei regnanti longobardi in Italia si ottiene la conferma di un regime di assoluta parità, a prescindere dal sesso, come con i Goti e i Longobardi ma non con i Franchi, che mantennero la successione esclusivamente maschile e la divisione immediata della terra fra tutti i figli.

Per quanto riguarda i Goti discendenti da Teodorico, fu la figlia Amalassunta a ereditare il potere, diviso con il cugino Teodato, figlio di Amalafrida, sorella di Teodorico, mentre la sorella di quest’ultimo Amalaberga, era la nonna di Alboino e la bisnonna di Agilulfo.

Alboino, figlio di un’Amala e di un longobardo dei Gausi, sposò Rosmunda, che discendeva dal re dei Gepidi Cunemondo, ma anche da una principessa lethinga, figlia del re ostrogoto Ildechido.

Con l'occupazione italiana e la ribellione aperta all'impero bizantino, i Longobardi decisero di crearsi uno stato autonomo, cosi Turingi e Bàvari, legati alla dinastia dei Lethingi, entrarono nella loro orbita abbandonando i Franchi, ma questo tradimento innescò una serie di regicidi legati alle congiure franco-bizantine.

Alla fine i Longobardi diedero una maggior importanza alla discendenza dai Lethingi, rappresentata dalla madre di Teodolinda, Waldrada, così il regno venne governato prima dai mariti di Teodolinda, poi della sua primogenita Gundeberga.

In seguito il regno passò ai discendenti di Gundoaldo, fratello di Teodolinda, fino all'estinzione del ramo italiano di Lethingi nel 712 con re Ariberto II.

Tutti le regine e i re longobardi furono il soggetto di grandi opere letterarie, che vanno dal Bertoldo di Giulio Cesare Croce all'Adelchi di Alessandro Manzoni, ma hanno ispirato tanti artisti nel campo scultorio e pittorico.

Nella Biblioteca saranno esposte le incisioni create nel Seicento da Ottavio Ballada, le litografie a colori e oro realizzate da Franco Fraschini verso la seconda metà del Novecento e le tavole originali di Marco Giusfredi, che sono state raccolte nel libro Tribolamenti longobardi, presentato proprio in occasione dell'apertura della mostra, il 14 settembre alle 17, con la partecipazione di Luisa Erba, Gianfranca Lavezzi e Paolo Mazzarello.

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