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La festa della donna nella storia

  • Paola Montonati

mimosaL' 8 marzo si festeggia la donna, nella sua lotta per la parificazione dei sessi in un mondo che parte da una concezione maschile della società, nel rispetto delle reciproche differenze e somiglianze.

La tradizione vuole che questa ricorrenza nasca dall' uccisione per un incendio in una fabbrica tessile di 129 operaie di New York che avevano avuto il coraggio di scioperare per ottenere delle migliori condizioni di vita e di lavoro. In realtà sembra che l' incendio non avesse avuto origini dolose e che le vittime non fossero solo donne, ma il fatto venne utilizzato dalla propaganda del tempo per scatenare delle forti reazioni nella sensibilità civile. Resta comunque una festa molto sentita dalle donne.


Simbolo da sempre della festa della Donna, la Mimosa che è anche una delle prime piante a fiorire verso la fine del'inverno, e quindi preannuncia la primavera, con il suo colore giallo sole, che rallegra anche nel marzo più freddo e piovoso, teme il freddo e il buio, per tale motivo è associata al genere femminile.

La Mimosa è un arbusto che in natura raggiunge i 3-4 metri di altezza, in Italia è ormai presente in molte zone anche allo stato selvatico, soprattutto in Sicilia, dove è sfuggita alle coltivazioni, in Sardegna e in Liguria.

In Inghilterra, le ragazze meno carine erano solite infilare un fiore d’acacia nell’occhiello della giacca, della camicetta oppure fra i capelli per esibire la loro ideologia.

Diverso significato veniva attribuito alla mimosa dagli indiani d’America; in base ad una vecchia usanza un ramoscello d’acacia era donato da ogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore. Il loro aspetto delicato nasconde forza e vitalità; per questo è simbolo di forza e femminilità.

Nel linguaggio dei fiori la mimosa è simbolo di moralità e pudicizia.

Anche se molti dei traguardi che le donne si erano prefissati, quali l’indipendenza, la possibilità di accedere a posizioni di potere siano in parte stati raggiunte, la nostra società è ancora permeata da quella supposta supremazia maschile. Come non considerare la strage, perché non esiste altro nome per definirla, di donne, con l’unica colpa di aver voluto o dovuto lasciare il compagno, il fidanzato o il marito? L’essere lasciati non è previsto da alcuni esponenti del genere maschile.

 

 

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