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Dolce ristoro: Il vin brulé, qualcosa che scalda, spesso anche il cuore

  • Paola Montonati

imagesIl Vin brulé, detto vino di Natale, è una delle bevande natalizie più amate, con il sidro di mele e la cioccolata calda, spesso fatto in casa per le giornate di festa tra amici e parenti, oltre ad essere un gradevole rimedio contro il freddo pungente.

La sua storia parte nell’Antica Roma dove il ricettario di Marco Gavio Apicio fa cenno a una bevanda chiamata Contidum paradoxum, composta da un vino scaldato a più riprese, zuccherato con miele e aromatizzato con pepe, zafferano, datteri e foglie di nardo che, dopo i pasti, era offerto agli ospiti.

Questa tradizione del vino caldo in pieno Medioevo assunse il nome di Ipocras, ovvero Ippocrasso, e le furono riconosciuti benefici effetti sulla salute, infatti era arricchita con erbe officinali e persino consumata fredda.

Alla fine dell’Ottocento i vinattieri e speziali fra i banchi dei mercati proposero il vino caldo in bottiglie dipinte a mano, creando un fenomeno che ben presto raggiunse anche le nazioni più lontane.

Il vin brulé oggi ha differenti sfumature in base alla realtà in cui viene proposto, come nel caso del Glögg svedese e dei Paesi scandinavi in generale, con l’aggiunta di cognac o rum scuro che lo rende più alcolico, unito ai sapori del cardamomo, cannella, anice stellato, chiodi di garofano, arancia, zenzero, noce moscata, mandorle e uva passa.

In Germania invece è il Gluhwein, che si caratterizza per l’alloro e le scorze di agrumi, accompagnato da dolcetti simili al panpepato, e biscotti alla cannella di origine fiamminga decorati con formine a rilievo in argilla.

Per la Francia è il Vin Chaud, un tempo Il Vino Dei Poeti di Strada, in quanto questi nelle lunghe serate invernali vi trovavano l’ispirazione per loro rappresentazioni teatrali nelle Vie Parigine di fine Ottocento.

In Inghilterra questa dolce bevanda diventa il Mulled Wine, cioè il vin brulè classico con limone, arancia, noce moscata, semi di finocchio e unito a miele e whisky oppure vodka.

Molto conosciuta è la variante vittoriana dello Smocking Bishop che si caratterizza per la presenza del Porto, tipico vino inglese.

Anche in Italia la versione dolce del vino rosso speziato è molto gradita, in particolar modo in Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige, dove il vin brulè è il simbolo dei mercatini di Natale.

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