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Io scelgo il BABY SITTER SHARING

baby sitter sharingE’ una delle tendenze di questo decennio. Sarà un po’ per la crisi, un po’ per ‘moda’ ma sempre più gente ‘condivide’. Si parla di bike sharing, car sharing, persino social bus sharing. E, ancora, condivisione di prodotti e di abbonamenti per servizi proposti dalle aziende.
Lo scorso anno i dati riportano che il 52% degli americani che hanno scambiato o prestato dei beni, in Inghilterra il 64%.
In Italia i numeri sono più bassi, secondo la ricerca di Duepuntozero Doxa: nel 2016 solo il 13% degli italiani hanno dichiarato di aver impiegato un servizio di sharing almeno una volta. Ma oltre il 70% degli intervistati ne sono ormai a conoscenza, ben 1 milione di persone in più rispetto all’anno precedente.
E così lo sharing viene proposto anche in settori che riguardano la famiglia.
Il baby sharing, inteso come condivisione di abiti, giocattoli, accessori per l’infanzia è ormai affermato in Italia: se si pensa a quanti sprechi si rischia di generare ad ogni tappa della crescita di un bambino, questa modalità di riciclo è un’interessante alternativa al consumismo.
E se si parlasse di baby sitter sharing? O di parents sharing? Sitter Italia by Sitly, portale che mette in contatto famiglie e aspiranti baby sitter  propone da tempo. L’interesse suscitato nelle famiglie è naturale: i vantaggi possono essere rilevati sia da un punto di vista economico che educativo. Chi sceglie di non mandare il bimbo al nido, ad esempio, potrebbe comunque ritenere la socializzazione importante e quindi essere propenso a condividere la propria tata con altri. Inoltre con più bambini non si crea quel tipico rapporto one to one con la baby sitter, un rapporto che potrebbe cadere in qualche vizietto di troppo.
Il vantaggio economico vive nel condividere la spesa oraria. Non sarà ovviamente la metà, dato che si guardano due o più bambini al posto di uno, ma comunque parliamo di cifre inferiori rispetto a quelle che una famiglia ‘da sola’ dovrebbe sostenere per il proprio figlio.
Le baby sitter di Pavia, seconda l’indagine di Sitter Italia by Sitly, chiedono 8,04 euro l’ora così come quelle di Bergamo; quelle di Modena 7,99 e quelle di Milano 8,44 euro. Un po’ meglio a Brescia, 7, 91 euro l’ora. Mentre le baby sitter a Padova, Verona, Cremona domandano mediamente 7,76 euro.
E’ facile calcolare come la condivisione dei costi possa essere utile per molte famiglie italiane.

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