Coronavirus, La conferenza stampa delle 17 dell'assessore Gallera
Si è svolta nel tardo pomeriggio, la quotidiana conferenza stampa, ormai via internet, dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.
L'assessore ha esordito con un riferimento alla pubblicazione del decreto, che ha in parte recepito i suggerimenti giunti dalla Lombardia. Ribandendo per l'ennesima volta che l’unico modo per fermare questa pandemia, come è stata ufficialmente definita ieri dall’OMS, è evitare di contagiare e venire contagiati, stando isolati. È importante anche il fatto che si sia stato esteso a tutta Italia, perché quello che stiamo vivendo noi in Lombardia, territorio tra i più avanzati e strutturati, rischia di travolgere l’intero Paese e alcune Regioni con un sistema sanitario meno forte e organizzato.
Gallera è tornato poi sulle parole, dette in mattinata dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Il decreto ha alcuni aspetti che si potevano migliorare e rendere più rigidi, avevamo chiesto la chiusura di tutti gli esercizi eccetto alimentari e farmacie, mentre nel testo del governo c’è qualcos’altro. Anche sulla stretta alle attività produttive prendiamo atto che, sia pure con alcuni distinguo, si è deciso di non chiuderle. Ora è importante agire sul fronte dei controlli, il presidente Fontana sta incontrando i prefetti per organizzare sempre più forze dell’ordine e polizie locali nell’osservazione rigorosa del Decreto. Speriamo in un calo degli ammalati già dalla prossima settimana. Ora fondamentale l’impegno di tutti".
Gallera ha poi continuato sull'ipotesi di creare un hub ospedaliero specializzato per il Coronavirus, nella Fiera di Rho-Pero: “Stiamo elaborando il prototipo, c’è disponibilità da parte di FieraMilano che dà la disponibilità di realizzare questi container in cui collocare letti di terapia intensiva per almeno 500 persone. Prima però ci servono i respiratori e personale circa 500 medici e almeno 1500 infermieri. Per realizzare un ospedale nei capannoni della Fiera, che garantisca 500 posti di terapia intensiva, possono bastare sei giorni, a patto che ci siano i respiratori e il personale. Aspettiamo una risposta della protezione civile”.
Per quanto riguarda i dati, eseguiti 29534 tamponi, i positivi in Lombardia sono saliti a 8725, salendo di ben 1445 in un giorno, i decessi sono stati 744,, con picchi elevati nel bresciano e bergamasco, dove si registrano i maggiori problemi. C’è quindi un forte aumento, anche perché l’effetto delle misure scattate domenica con il Decreto del Consiglio dei ministri si potrà vedere solo al termine della prossima settimana, considerando il periodo di incubazione conteggiato in 14 giorni. Cresce il numero dei ricoverati (4287, +445), in modo leggermente inferiore rispetto a ieri.
Sono 605 ricoverati in Terapia intensiva, 1085 quelli dimessi e purtroppo 744 decessi, facendo registrare un +127 rispetto a ieri.
Sul territorio lombardo, la provincia più colpita è quella di Bergamo con 2136 colpite, per un incremento di ben 321 pazienti, mentre Lodi con 1123, e +88, ha una crescita molto più lenta, a dimostrare che le misure prese subito nella zona rossa, sono state efficaci.
Tra i dati positivi sono state superati 1100 posti, messi a disposizione nei reparti di terapia intensiva, tra sanità pubblica e privata accreditata (250 posti d’intensiva messi a disposizione).
Si registra inoltre l'immissione di forze nuove e fresche con tanti medici ed infermieri che si stanno mettendo a disposizione per contrastare il Virus. Sono già 650 le domande pervenute a Regione Lombardia Da domani 13 marzo, saranno già cento nuove figure immesse nei presidi ospedalieri col maggior grado di difficoltà.