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Coronavirus, agli Spedali Civili di Brescia 180 posti per pazienti Covid ed emergenze

  • Paola Montonati

rolfi primo piano generica 2 e1571928748747“Questa degli Spedali Civili è una delle strutture più grandi di Regione Lombardia per il coronavirus e nasce, con un modello che prendiamo da Israele, a Brescia che è la provincia, dopo Bergamo, che ha avuto l’impatto più importante e ha avuto una capacità di reazione forte nell’ospedale e anche sul territorio”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, durante la conferenza stampa di presentazione della riconversione di un’area interna agli Spedali Civili di Brescia che sarà riconvertita in un ospedale Covid dedicato. All'inagurazione hanno partecipato anche gli assessori Davide Caparini (Bilancio), Fabio Rolfi (Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi) e i direttori generali Marco Trivelli (Spedali Civili) e Claudio Sileo (Ats).

“Da qui, da questa struttura che sarà capace di 180 posti letto – ha continuato Gallera – stiamo già iniziando a pensare a una ‘fase 2’. Che è prepararsi a un’eventuale seconda ondata del Covid19 e predisponendo le nostre strutture anche a nuove problematiche relative a virus. Ma anche per altre problematiche sanitarie. L’idea  è quindi quella di realizzare ospedali di emergenza o aree di ospedali che possono rimanere chiusi, ma pronti, e ospitare pazienti per grandi afflussi come ci insegna il modello di Israele. Dove hanno ospedali che vengono predisposti per le emergenze e lasciati pronti”.

“Qui – ha spiegato l’assessore al Welfare – avremo il primo ospedale Covid che servirà oggi a gestire i pazienti che vengono via via dimessi dalle terapie intensive e dai reparti di Infettivologia per seguirli e, quindi, consentire anche all’ospedale di riprendere la sua attività. Ma poi rimarrà pronto e attivo per potere, in qualche modo, accogliere altre ondate della pandemia”.

“Siamo agli Spedali Civili – ha detto l’assessore Rolfi – per presentare gli interventi realizzati in questo mese per l’emergenza, per ringraziare per il lavoro encomiabile l’ospedale, i medici e tutto il personale sanitario, i tecnici di laboratori, i medici di medicina generale. E dare atto  di un lavoro intenso e attento anche alle particolarità bresciane. L’idea dell’ospedale diffuso ha consentito di ridurre le esigenze del ricovero sfruttando la grande disponibilità, riconvertendola, della rete ospedaliera pubblica in primis, e anche privata, esistente in provincia di Brescia.La  decisione di realizzare a Brescia, nel Civile, un centro dedicato alla degenza dei malati Covid con funzioni specialistiche significa mettersi nelle condizioni di essere pronti di fronte a una nuova ondata e per curare meglio le persone malate. Per consentire al Civile anche di tornare a occuparsi delle istanze di salute. E, soprattutto, per affrontare  anche i temi della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione per affrontare meglio questa malattia”.

 

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