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Maria Cozzi infermiera pavese al fronte

  • Paola Montonati

infermiere 1Ricorre quest’anno il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale, un conflitto crudele e sanguinoso che segnò profondamente l’Italia. Ricordiamo la figura di una pavese coraggiosa, infermiera al fronte.

Durante la Prima guerra mondiale, tra il 1914 e il 1918, Pavia dovette pagare un altro tributo di sangue, con circa novemila morti sui vari fronti di guerra.

Tra di loro c’era una sola donna, il cui nome è scolpito con quello degli altri caduti sulla lapide che si trova presso Strada Nuova, mentre un’altra lapide la commemora al civico 3 di via Severino Boezio, dove visse fino al giorno in cui venne arruolata come crocerossina nelle forze armate italiane.

Quella donna si chiamava Maria Cozzi ed era nata a Settimo di Bornasco nel 1889, da una famiglia che gestiva una vasta proprietà agricola. 

Dal carattere forte e determinato, Maria fu mandata dai genitori, noti anticlericali, presso un collegio francese, dove iniziò a interessarsi alla medicina e in particolare all’infermieristica.

Fu cosi che, quando nel 1915 l’Italia entrò in guerra, Maria, che si era laureata in medicina presso l’Università di Pavia, prese la decisione di diventare crocerossina allo scopo di alleviare le sofferenze dei tanti feriti che si trovavano al fronte.

infermiere 2Per tutto il tempo che lavorò nei vari ospedali da campo collocati fra le trincee del Carso, la Cozzi scrisse nei suoi diari tutto quello che vedeva e udiva dai suoi pazienti, che molto spesso morivano o rimanevano mutilati a causa delle gravi ferite riportate negli scontri o per lo scoppio delle mine che venivano lanciate dagli Austriaci.

Quando nell’aprile 1918 la Francia chiese all’Italia di rispettare i patti di alleanza inviando parte delle truppe sul fronte transalpino, Maria seguì il secondo corpo d’armata per l’ultima fase del conflitto, che sfociò in una serie di massacri sotto il pesante fuoco dei bombardamenti degli obici tedeschi, carici di gas letale.

L’11 novembre del 1918, quando venne firmato l’armistizio che poneva fine al conflitto, Maria Cozzi morì in un anonimo ospedale francese, ufficialmente vittima della spagnola, la pandemia che stava seminando vittime in tutta Europa, anche se da sempre la sua famiglia sospetta che siano state le conseguenze dei gas letali che aveva respirato sul fronte.

Dopo una lunga battaglia legale, nel 1922 la sua salma venne riportata a Pavia, dove fu sepolta con gli onori miliari nel cimitero monumentale, alla presenza di una folla immensa. 

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