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L'arte è emozione: Renato Guttuso La Vucciria

  • Paola Montonati

vucciria guttuso 1Uno dei capolavori del pittore siciliano Renato Guttuso, oggi esposto al Palazzo Chiaramonte-Steri di Palermo, venne realizzato nel 1974, quando l’artista aveva 63 anni ed era nel pieno della sua maturità artistica ed espressiva.

La Vucciria è un grandioso quadro che immerge lo spettatore in una scena di vita quotidiana in uno dei più affascinanti mercati di Palermo, ricco di realismo grazie al dettaglio delle carni e dei pesci tagliati a metà.

Il termine vucciria deriva dal francese boucherie, in italiano macelleria, poi italianizzato in bocceria e infine sicilianizzato per essere usato oggi con il significato di confusione, cioè quel miscuglio incomprensibile di voci, di persone, di oggetti, di espressioni e di azioni tipiche del mercato.

Questo conduce alla struttura del mercato palermitano, che ricorda moltissimo i suk, quei mercati organizzati in corporazioni, nati dalla cultura degli arabi, che furono i padroni della Sicilia tra il IX e il X secolo.

Chi osserva il quadro è affascinato dalla Vucciria della gente e della merce, con i passanti che si districano in un contatto fisico cui sono abituati a causa del poco spazio lasciato le grandi bancarelle. L’unica porzione di strada visibile è uno spazio ai piedi di una donna con il vestito blu.

Lo spazio viene scandito ritmicamente dalle cassette ricche di pesci e di crostacei a sinistra, dal marmo, dove il pescivendolo mette in bella mostra le teste dei pescispada, fino alle casse di frutta e verdura che circondano i passanti, senza dimenticare la macelleria con il realismo crudo delle carni appese sugli uncini da carnezziere.

L’autore

vucciria guttuso 2Nato a Bagheria, in Sicilia, il 26 dicembre 1911, Renato Guttuso scrisse della sua infanzia “tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada avevo sei, sette, dieci anni...”. 

Nel 1928 il pittore, che fin da quando aveva 13 anni lavorava a quadri dipinti su tavolette di legno, prese parte alla sua prima mostra collettiva a Palermo, dove lo si vede inseguire un'esecuzione prettamente figurativa di temi ancorati al mondo contadino, rurale, popolare, con temi sociali e soggetti di chiara natura politica.

Guttuso nel 1930 si iscrisse alla facoltà di legge, che però lasciò subito dopo il successo ottenuto alla I Quadriennale di Roma e nel 1933, scrisse, per il quotidiano palermitano L'Ora, un articolo su Pablo Picasso, l'artista spagnolo che fu uno dei suoi modelli artistici.

Dopo il definitivo trasferimento a Roma nel 1937, il pittore divenne amico di alcuni dei più noti pittori della scuola romana e conobbe la sua futura moglie Mimise.

Ormai portavoce degli artisti che avevano sviluppato una crescente avversione per la politica e le mode culturali del regime fascista, Guttuso lavorò a una serie di opere di grandi dimensioni, come Esecuzione in campagna del 1938-39, dedicata a Federico Garcia Lorca, Fuga dall'Etna del 1940 e Crocifissione del 1941.

Dopo aver preso parte alla Resistenza romana, il pittore, nel dopoguerra, prese parte alla mostra L'arte contro la barbarie, organizzata da L'Unità, con una serie di disegni sulle atrocità della guerra, poi pubblicati nel 1945 nell'album Gott mit Uns - Dio è con noi, dal motto inciso sulle fibbie dei soldati tedeschi.

Con il passar del tempo, Guttuso tramite una serie di articoli su Vie Nuove, L'Unità e Rinascita lottò per un realismo descrittivo, più popolare e accessibile alle masse, ispirato al primo periodo di Pablo Picasso.

Per tutti gli anni Cinquanta il pittore fu a capo di una corrente realista, spesso a fianco del P.C.I. e molto polemica con le tendenze formaliste dell’arte di quegli anni, con lavori che propongono realisticamente la situazione europea.

Nel 1968, a Parigi, Guttuso ritrasse i giovani impegnati nelle prime marce di protesta in quello che fu il leggendario maggio francese e dal 1969 visse a Roma, in via Margutta, con la sua compagna Marta Marzotto, contessa e modella.

Durante la maturità artistica Guttuso continuò a lavorare a grandi affreschi di eventi contemporanei, spesso con toni chiaramente allegorici e immagini d’ispirazione autobiografica e contadina.

Inoltre il pittore ebbe l’onore di numerose mostre prestigiose, come una retrospettiva al Museo Puskin di Mosca e all'Ermitage di Leningrado e insegnò pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma, oltre a diventare un Visiting Professor alla Hochschule fur Bildende Kunste di Amburgo.

Diventato senatore della Repubblica nel 1976, Renato Guttuso morì nella sua casa di Roma il 18 gennaio 1987 e lasciò nel suo testamento la maggior parte dei suoi lavori alla sua città natale, oggi esposti nel museo di Villa Cattolica a Bagheria.

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